Autonomia, Confindustria frena. Bonomi: «Una riforma che divide l’Italia»

Dubbi sulle troppe materie che finirebbero alle Regioni

Autonomia, Confindustria frena. Bonomi: «Una riforma che divide l’Italia»
Chi si aspettava scintille ieri a Venezia dal confronto sull'Autonomia rafforzata delle Regioni tra il ministro Calderoli e il governatore della Campania De Luca è...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Chi si aspettava scintille ieri a Venezia dal confronto sull'Autonomia rafforzata delle Regioni tra il ministro Calderoli e il governatore della Campania De Luca è rimasto deluso. Perché a fare notizia, manifestando dubbi e perplessità sulla riforma, sono state le imprese di Confindustria, per giunta nella città capoluogo della Regione che più di ogni altra da anni spinge in quella direzione. Prima il vicepresidente Vito Grassi e poi, in chiusura dei lavori del convegno su «Transizione e sviluppo», il presidente Carlo Bonomi spiegano con molta chiarezza a che bisogna evitare ad ogni costo il rischio di spaccare l'Italia. Parla di «inizio di un percorso di riflessione su un tema molto complesso del Paese», il leader di viale dell'Astronomia. E soprattutto avverte: «Non deve essere un tema di divisione del Paese. Non possiamo permettercelo: questo Paese non si può dividere, ha problemi urgenti da affrontare».



La riforma dell'Autonomia va discussa «con serietà», chiede Confindustria che sposa in pieno l'idea di una riallocazione delle risorse pubbliche per ridurre il divario tra Mezzogiorno e resto del Paese. «Per colmare un gap storico tra territori, tra generazioni, tra generi e competenze crediamo sia necessario lavorare ad un fondo strutturale di perequazione da alimentare di anno in anno fino al conseguimento dei risultati», spiega Bonomi. Cautela anche sulle 23 materie che dovrebbero rientrare nel perimetro della riforma: «È evidente che in un contesto complesso le 23 materie previste dalla riforma del Titolo V 22 anni fa vanno riviste in funzione di un mondo che è molto cambiato. Ed è impensabile recuperare divari di queste dimensioni a invarianza di spesa. Per l'autonomia credo si debba introdurre una clausola di salvaguardia dello Stato e ragionare bene su quelle materie che invece sono strategicamente di interesse nazionale ed europeo», insiste il presidente di Confindustria. Insomma, come aveva detto con altrettanta puntualità Vito Grassi, «l'Autonomia differenziata non può penalizzare la crescita dell'economia e la stabilità della finanza pubblica».

Il ministro Calderoli però tira dritto e rispondendo ad una precisa domanda di Oscar Giannino annuncia che martedì prossimo presenterà al pre-Consiglio dei ministri la nuova bozza del Disegno di legge, «aggiornata anche in base ai contributi del governatore De Luca». Successivamente, ma sempre in tempi rapidi assicura, il testo arriverà alla Conferenza unificata Stato-Regioni e poi in Consiglio dei ministri per il via libera. Quindi inizierà l'iter parlamentare mentre sarà già al lavoro il super comitato di tecnici ed esperti («Il top possibile nel Paese») che dovrà scrivere le norme sui Lep. Tappe forzate, dunque, per chiudere la partita entro l'anno nella consapevolezza, spiega Calderoli, sostenuto dal governatore veneto Luca Zaia, che «Nessuno vuole spaccare alcunché: è chiaro che ogni livello di Governo rappresenta un ostacolo burocratico e con l'eliminazione di alcuni di questi orpelli di burocrazia credo che il primo ad avvantaggiarsene sia il mondo delle imprese».


De Luca riconosce a Calderoli di avere recepito i dubbi sui Lep emersi dopo la prima bozza del Ddl e conferma l'assoluta priorità dell'unità del Paese: «La sfida dell'autonomia è sull'efficienza, al Nord quanto al Sud», dice il governatore, convinto che «non si può fare una riforma a costo zero» e dunque preoccupato sull'utilizzo delle risorse pubbliche. «Non va tolto un euro al Nord ma vanno utilizzati i fondi del Pnrr per il riequilibrio dei territori». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino