Azzurra Campari, chi era la detenuta suicida a 28 anni. Il dolore della mamma: «Mi aveva detto: non ce la faccio più»

Era in carcere da maggio per piccoli furti legati alla tossicodipendenza: doveva scontare un cumulo di pene e si trovava dietro le sbarre per questo

Due detenute morte in un solo giorno, cinque dall'inizio dell'anno: due giorni fa a Torino due donne hanno perso la vita in carcere, Susan John, di 43 anni, e Azzurra...

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Due detenute morte in un solo giorno, cinque dall'inizio dell'anno: due giorni fa a Torino due donne hanno perso la vita in carcere, Susan John, di 43 anni, e Azzurra Campari, di 28. La prima stroncata dalla fame: non mangiava da fine luglio perché non le permettevano di vedere il figlio di 10 anni e aveva deciso di protestare con lo sciopero della fame. La seconda invece è un caso di suicidio: si è impiccata nella sua cella, nel carcere Lorusso e Cutugno del capoluogo piemontese. 

Detenuta rifiuta cibo e acqua e muore nel carcere di Torino: voleva uscire per stare con il figlio

Chi era Azzurra Campari, suicida in carcere

Azzurra, originaria di Riva Ligure (Imperia), era in carcere da maggio per piccoli furti legati alla tossicodipendenza: doveva scontare un cumulo di pene e si trovava dietro le sbarre per questo. Già in passato aveva tentato gesti di autolesionismo ed era stata in cura al Serd: stavolta è andata fino in fondo e si è tolta la vita. A Repubblica, le parole di dolore della mamma Monica: «Ero preoccupata per le sue condizioni, aspettavo di incontrarla al colloquio la prossima settimana - dice - l'ultima volta che ci siamo parlate in videochiamata mi aveva detto che non ce la faceva più».

La ragazza, originaria di Riva Ligure (Imperia) e descritta dalle ex compagne di cella come problematica, era stata trasferita a Torino due settimane fa dal carcere di Genova-Pontedecimo e quando si è tolta la vita era in isolamento. Non aveva alle spalle reati di grande rilievo: piccoli furti, una bici trovata in strada, qualche denuncia per oltraggio nei confronti dei poliziotti in carcere. «Era in una situazione di difficoltà e la sua situazione era nota a tutti - le parole dell'avvocata Marzia Ballestra - non sappiamo ancora se verrà disposta l'autopsia, né quando la salma verrà restituita alla famiglia».

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Il Mattino