Sono usciti di casa con il mitra, «‘o kalash», e il giubbotto antiproiettile e dal rione Don Guanella sono arrivati al rione Traiano, «a casa dei fratelli...
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E le intercettazioni di quella notte, con le cimici dei carabinieri in due abitazioni - una al rione Traiano e un’altra in zona Don Guanella - sembrano fatte apposta a raccontare il clima che si respira in città. Sono passate le undici di notte dello scorso 22 aprile, Salvatore Vigna e Giuseppe Vastarella sono stati uccisi da qualche ora, quando si sente la voce di Walter Mallo, rivale storico dei Vastarella: «Questa persona che ha fatto questa cosa può scendere pure domani e si prende la Sanità». Analisi fredda e lucida del dopo attentato, da parte di un soggetto «attenzionato» dai carabinieri, che oggi entra nel processo a carico dei presunti killer di quella notte. Mallo non c’entra - chiariamo subito - ma la sua reazione alla cosiddetta strage delle Fontanelle entra nel processo a carico del gruppo di Antonio Genidoni. È di questi giorni infatti la decisione del pm anticamorra Urbano Mozzillo di depositare la trascrizione di alcuni brogliacci, accanto alla sintesi di un’informativa dei carabinieri che teneva di mira Valter Mallo. Ed è in quest’ultimo documento che emerge la reazione degli uomini di Mallo, in una notte trascorsa in una sorta di summit con «gli amici del rione Traiano», ma anche alle prese con gli aggiornamenti on line a caccia di particolari sulla strage delle Fontanelle. Inchiesta coordinata dal pool anticamorra dell’aggiunto Filippo Beatrice, al lavoro i pm Mozzillo e Enrica Parascandolo, quest’ultima titolare delle indagini che hanno condotto in cella i presunti killer del commando.
Quarta assise, a giudizio ci sono Antonio Genidoni, Emanuele Salvatore Esposito, Alessandro d’Aniello, in uno scenario investigativo in cui vengono riservate accuse anche a carico di Vincenza Esposito e Addolorata Spina.
Il Mattino