Non potevano permettersi di avere altri figli, dopo i tre che avevano già concepito, così due coniugi bresciani di 50 e 48 anni, si erano rivolti all'Azienda...
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L'intervento era stato realizzato in maniera errata ed ora, dopo cinque anni di battaglie legali, a riconoscerlo è una sentenza del giudice del tribunale di Brescia, Elisabetta Arrigoni, che ha condannato l'ospedale a mantenere la bambina fino al compimento del 25esimo anno di età. Trecento euro al mese per venticinque anni, per un totale di 90mila euro. Questa la cifra del maxi risarcimento che ha ottenuto la coppia, oltre a un'ulteriore compensazione da 1.513 euro alla mamma, per il danno subito ai muscoli della parete addominale.
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La coppia, che lavora a loro volta in ambito sanitario, assistita dall'avvocato Paolo Persello, del foro di Udine, si è vista riconoscere la violazione degli articoli 2 e 13 della Costituzione, ovvero il diritto alla "procreazione cosciente e responsabile". L'ospedale aveva risposto che in questo tipo di interventi c'è sempre un margine di fallibilità, ma il perito aveva certificato che "l'esecuzione dell'intervento è stata inadeguata". Nel 2011 una causa simile era stata vinta dallo stesso avvocato Persello, primo caso in assoluto nell'ordinamento italiano.
Il Mattino