Chiusa l’inchiesta sulla maxi intossicazione alimentare che nel maggio del 2018 colpì oltre 200 bambini, in seguito alla somministrazione di prodotti caseari...
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Schiaffi e spintoni ai bimbi dell'asilo, sospese due maestre di 62 anni
Nella giornata di ieri gli uomini del Nas e i carabinieri forestali di Pescara hanno notificato gli avvisi di conclusione delle indagini. Le ipotesi di reato più gravi, formalizzate dal procuratore aggiunto Anna Rita Mantini e dal sostituto Anna Benigni, sono a carico di Farbrizio Gazzo e Anna Flisi, entrambi della Cirfood, il primo procuratore speciale in materia di contratti d’appalto e la seconda responsabile della gestione delle non conformità, e di Angelo ed Eleonora Leone, amministratori dell’omonimo caseificio: sono accusati di lesioni personali colpose e commercio di sostanze alimentari nocive. La maxi intossicazione sarebbe stata infatti causata dal Campylobacter jejuni, un batterio rinvenuto in alcune caciotte che a giudizio della Procura sarebbero state prodotte con “latte non adeguatamente pastorizzato”.
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In particolare l’accusa contesta ai Leone di essersi avvalsi, all’interno dello stabilimento di produzione, “per il processo di pastorizzazione del latte fresco, di un pastorizzatore obsoleto e non efficace”, che avrebbe comportato la “contaminazione tra il latte crudo ed i patogeni nello stesso presenti, e il latte pastorizzato”. Gazzo e Flisi, sempre secondo l’accusa, non avrebbero invece assicurato che venisse eseguito il numero di controlli di qualità richiesto dal bando della gara d’appalto. Inoltre, a fronte di tre non conformità rilevate, a seguito dei campionamenti eseguiti tra il novembre del 2017 e l’aprile del 2018 in un asilo e in due scuole, avrebbero omesso “di attivare le procedure di controllo successive”. Sia ai due Leone che a Gazzo e Flisi viene dunque contestato di avere causato, “mediante l’incauta somministrazione” dei prodotti caseari contaminati, “la tossinfezione alimentare, con sintomi di vomito, diarrea, anche ematica, febbre e dolori addominali, in danno di 222 soggetti che avevano consumato tali prodotti”.
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Una tossinfezione che comportò il ricovero di 113 bambini, in alcuni casi anche per diversi giorni, negli ospedali di Pescara e Chieti. Nei guai anche altri due esponenti della Cirfood, il procuratore speciale per la stipula dei contratti d’appalto Marcello Capuzzi e il responsabile della selezione dei fornitori Massimiliano Merenda, accusati di frode e inadempimento nelle pubbliche forniture insieme a Christian Savini e Maria Luisa Di Nicola, amministratori dell’azienda agricola Savini e Di Nicola. A loro la Procura contesta di avere fornito alle mense “ricotta, burro, mozzarella e crescenza realizzati con latte crudo anziché pastorizzato”. Una caratteristica merceologica, quest’ultima, che era invece espressamente richiesta “dall’allegato 7 al capitolato speciale del bando di gara, per evidenti ragioni di sicurezza degli alimenti da somministrare ai bambini”. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino