Scambio di corrispondenza tra l'Italia e Bruxelles sul salvataggio delle quattro banche che sta sollevando un polverone. In una lettera del barone britannico Jonathan Hill,...
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A metà novembre, con l'acqua alla gola e senza peraltro che Bruxelles avesse messo nero su bianco la sua contrarietà, via Nazionale e governo hanno deciso di ricorrere al burden-sharing, cioè alla procedura di risoluzione prevista dalla Ue e varata domenica 22 novembre, attraverso la contribuzione straordinaria delle banche concorrenti per 2,250 milioni, in un'operazione che ha determinato lo spin off delle quattro banche commissariate in altrettante banche sane e il trasferimento delle sofferenze in una bad bank, a un valore di 1,5 miliardi. Hill è il commissario che circa una settimana fa aveva fatto presente che la strada della risoluzione era stata scelta dall'Italia e non imposta dalla Ue, come sostengono le Autorità italiane. La sua lettera a Padoan si inquadra quindi in uno scambio epistolare riguardante le modalità del salvataggio e il no di fatto al Fondo.
Intanto a breve sarà avviata una commissione d'inchiesta bicamerale per fare chiarezza entro un anno «sui dissesti a partire dal 2000». Ma a mettere la sua mano sul processo dei rimborsi che, avverte, non può rischiare «conflitti e sovrapposizioni», è stato ieri il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, incontrando prima il presidente Anac, Raffaele Cantone, e poi il presidente Consob, Giuseppe Vegas. Un invito provvidenziale alla «collaborazione» quello del Colle per le tensioni che si erano accumulate sul nodo delle banche locali sull'asse tra Renzi, che ha giocato la carta Anac per gli arbitrati, e il tandem Bankitalia-Consob, titolari della vigilanza, ma lasciati ai margini.
IL RICHIAMO
Dunque, all'indomani del richiamo sulla crisi delle banche, e dopo aver già ben chiara la posizione del governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, Mattarella ha chiuso il cerchio. Due faccia a faccia distinti con Cantone e Visco per invitare ognuno a fare la sua parte senza sovrapposizioni. La priorità è stemperare le tensioni tra istituzioni, gettare alle spalle quelli che definisce episodi «gravi» e preoccupanti e mettere avanti il diritto dei risparmiatori. Collaborare significa dunque stendere insieme le norme sul funzionamento degli arbitrati per il capo dello Stato, ma anche fare pool senza il riconoscimento di un dominus.
Nessun giudizio, invece, sulla commissione d'inchiesta. Purchè ci sia l'«accertamento rigoroso e attento delle responsabilità». Basterà la mediazione del Colle a chiudere la guerra dei ruoli? Si vedrà. Intanto Vegas, che ha visto ieri anche Visco, si dice pronto a collaborare . Ma avverte: «Non sarà facile rimuovere le sovrapposizioni», dice a Ballarò. Poi nega di «aver mai pensato alle dimissioni» e va anche oltre. «Non trovo elementi di rimproveri per me e l'istituzione», precisa il presidente, «abbiamo fatto quello che potevamo».
Intanto ieri, su un altro fronte, fonti del governo hanno smentito l'accelerazione per la riforma delle Bcc. Il testo sarà sul tavolo non prima di gennaio-febbraio. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino