Madrid. Il comune di Barcellona si è arreso e nella notte ha ritirato la polemica stata equestre decapitata del dittatore Francisco Franco, che per quattro giorni è...
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Alle dieci e mezza di ieri sera, il colpo di grazia, quando un gruppo di persone, armate di una porta usata come leva, hanno centrato l’obiettivo di abbattere l’effige franchista, che è crollata al suolo spaccandosi in due. L'abbattimento è stato salutato col grido: “Questo va per le persone che ci avete ucciso!”. La piccola folla presente ha celebrato con grida esultanti, applausi e ‘selfie’, accanto alla statua abbattuta, in scene che ricordavano l’euforia per l'abbattimento dei monumenti di Saddam Hussein all’epoca della guerra in Iraq. Ai tecnici del Comune, che per quattro giorni hanno dovuto ripulire continuamente l’effige della discordia, non è rimasto che rimuoverla definitivamente, alle prime luci dell'alba. I pezzi della statua equestre, issati con una gru su un camion, sono tornati nei magazzini municipali, mentre la guardia civile ha avviato un’inchiesta per identificare i vandali.
Il vicesindaco di Barcellona, Gerardo Pisarello, si è mostrato comprensivo con le proteste: “Dimostrano che le ferite del franchismo ancora non sono chiuse", ha dichiarato. "Ci dispiace che la statua sia stata distrutta, ma comprendiamo il perché”, ha aggiunto, nell’assicurare che fotografie delle proteste e degli atti vandalici saranno aggiunte all’esposizione in corso all’interno del Born. La polemica mostra era stata preceduta da un duro scontro politico. Per le vittime del franchismo, il Partido Popular e Ciudadanos, riapre vecchie ferite; mentre, per gli indipendentisti di Esquerra republicana de Catalunya e della vecchia Convergencia e Union, così come per le Associazioni di memoria storica, era particolarmente indignante il luogo scelto per l’installazione, il quartiere repubblicano simbolo della resistenza dei barcellonesi alle truppe borboniche. Ma l’Associazione Amici di Mauthausen, che raggruppa le vittime repubblicane nei campi di sterminio e che inizialmente si era opposta, aveva rettificato e infine partecipato all’inaugurazione: “Abbiamo riflettuto e pensiamo che i temi della dittatura, i fascismi, si debbano far conoscere e debbano far discutere, come accade in questa mostra”. Più che una discussione ha provocato un'autentica levata di scudi, con insulti e lazzi registrati in Twitter, all’hashtag ‘samataopaco’ - il dittatore era noto familiarmente come Paco - dove gli internauti scatenati hanno celebrato la rimozione della statua come il nuovo ‘Levantamiento nacional’.
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Il Mattino