Dal calcio alla jihad, la metamorfosi di Younes, il killer ucciso a Barcellona

Dal calcio alla jihad, la metamorfosi di Younes, il killer ucciso a Barcellona
Younes Abouyaaqoub, dopo l’esplosione di Alcanar in cui era morto l’imam, l’uomo che gli aveva riempito la testa e l’anima di idee malate, ha lasciato i...

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Younes Abouyaaqoub, dopo l’esplosione di Alcanar in cui era morto l’imam, l’uomo che gli aveva riempito la testa e l’anima di idee malate, ha lasciato i compagni ed è diventato un lupo solitario. Mentre gli altri si muovevano in gruppo per l’attentato di Cambrils, Younes agiva da solo sulla Rambla. Nelle ultime foto, quelle in cui fugge nei corridoi della Boqueria, dopo aver travolto e ucciso con un furgone tredici persone, sembra un ragazzo normale. Come tanti. Cammina con calma, per non farsi notare non corre, con la freddezza di un criminale esperto, eppure ha solo 22 anni e nessun precedente penale. Mentre attorno a lui la gente scappa, urla, lui si muove deciso. Capelli corti, polo a righe orizzontali, jeans scuri stretti in fondo come vuole la moda e sneakers, sembra un ragazzo come tanti. Younes Abauyaaquoub, quello che per tutti era il timido del gruppo di Ripoll, dopo avere camminato per un’ora e mezza, nei pressi di Universidad, continua ad uccidere.

 

Avvicina Pau Perez, 34 anni, che aveva deciso di parcheggiare lì l’auto, e lo accoltella. Younes, secondo i nonni di Mirt, in Marocco, città considerata tollerante, era bravo, nessuno gli aveva riempito la testa di idee folli e fondamentaliste quando viaggiava nel paese in cui era nato. Fino a pochi anni prima, insieme a Houssaine, fratello minore morto anche lui, ma nell’attentato di Cambrils, a Ripoll conduceva una vita normale: giocava a calcio, quando ha compiuto diciotto anni si è appassionato alle auto e alle moto, a scuola (aveva frequentato l’istituto superiore Abat Oliba e si era diplomato brillantemente in elettromeccanica). «Se mi mettevo nei guai, i miei mi portavano Younes come buon esempio», racconta un ragazzo di Ripoll. Non è chiaro se Younes abbia partecipato ai piccoli furti di gioielli e oro con cui il gruppo finanziava gli attentati. Di certo da un anno cambia, le sue idee religiose divengono sempre più fondamentaliste, non stringe più la mano alle donne, segue le idee dell’imam Abdelbaki Es Satty, il cattivo maestro che ha trasformato undici ragazzi come tanti in una cellula terroristica. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino