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Le lacrime continuano a scendere copiose, sui social si rincorrono stories e foto di Beatrice Funariu. I suoi amici, i famigliari ma anche i suoi datori di lavoro non riescono a farsi una ragione: perché proprio a lei? E' la domanda che impazza. «Beatrice era una ragazza con la testa sulle spalle, non aveva il mito della velina: anzi. Sognava una famiglia. Voleva un figlio» raccontano. Un sogno spezzato nella notte tra sabato e domenica sull'Olimpica.
Forse la velocità troppo alta, forse una distrazione. La macchina che salta la corsia e viene centrata in pieno dall'Alfa Stelvio guidato dal regista Carmine Elia che giungeva dalla parte opposta. Uno schianto incredibile. La Citroen C3 si ribalta e finisce la corsa contro un muretto di uno degli sfasciacarrozze di via del Foro Italico 605. Per Beatrice e Giorgia non c'è stato nulla da fare.
Oggi a piazza Thouar hanno tutti gli occhi lucidi perché Beatrice qui la conoscevano tutti. Era cresciuta qui. In molti la ricordano bambina. «Le ho viste sabato mattina, sono venute qui a fare colazione come facevano sempre. Due ragazze solari e bellissime» racconta la proprietaria del bar sulla piazza. «Beatrice era piena di sogni. Una ragazza che amava divertirsi come tutti i ragazzi di ventanni ma sempre con giudizio» raccontano ancora.
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