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Benno ha una grave disturbo narcisistico della personalità, è malato e socialmente pericoloso e per questo dovrebbe essere curato in un'apposista struttura e non dovrebbe stare in carcere. Sono queste le conclusioni degli psicologi consulenti della difesa su Benno Neumair, trentunenne di Bolzano che ha confessato di aver ucciso i genitori Peter e Laura Neumair lo scorso gennaio e di averne occultato i cadaveri.
Non era in grado di intendere e di volere
Per gli psicologi Giuseppe Sartori e Cristina Scarpazza e per lo psichiatra e neuroscienziato Pietro Pietrini Benno Neuamair soffre di un disturbo della personalità, che avrebbe avuto origine nella sua infanzia e che negli anni sarebbe peggiorato. A causa di questa malattia il giovane sarebbe stato incapace di intendere e di volere sia nel momento dell'omicidio del padre Peter sia quando ha strangolato la madre Laura. Avrebbe invece riacquistato le sue facoltà nel momento in cui ha occultato i cadaveri.
È malato, non dovrebbe stare in carcere
«Fermiamoci al 3 gennaio 2021, il giorno prima del duplice omicidio. Facciamo finta che Benno Neumair fosse stato portato in ambulatorio. Con una buona prima visita sarebbe venuto fuori tutto e io avrei raccomandato l’inserimento in una comunità o addirittura un ricovero» ha detto Pietro Pietrini, che insieme agli altri consulenti insiste nel dire che la situazione di Benno è grave al di là del duplice omicidio.
Per i consulenti insomma la sua pericolosità non è "venuta meno" con il delitto, ma è una condizione permanente perchè è legata alla sua patologia: «Ha un disturbo della personalità con aspetti narcisistici, antisociali e passivo-aggressivi».
Tra l'altro a suo carico c'è anche un provvedimento disciplinare dell'amministrazione penitenziaria perchè lo scorso 17 agosto durante una lite avrebbe sferrato un pugno a un nuovo compagno di cella. Un fatto che lui però nega e su cui sono in corso accertamenti.
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Benno ha alterazioni fisiche nel cervello
A sostegno della diagnosi dei consulenti, è stata presentata anche una risonanza magnetica del cervelllo di Benno. Nelle immagini «Si vede che manca della sostanza grigia nell’ippocampo, che è rilevante sia perché è un’alterazione molto marcata, sia perché l’ippocampo è coinvolto nel circuito che regola le emozioni e l’aggressività».
La rabbia esplosa dopo la lite
In aula si è parlato anche del motivo dell'omicidio, del fattore scatenante: secondo la difesa il litigio con il padre avrebbe fatto da detonatore della sua rabbia distruttiva, portando all'omicidio. Un litigio di cui non c'è prova (in quanto è una circostanza riferita solo dallo stesso imputato) ma che per la difesa non sarebbe finito in tragedia se non ci fosse stata la malattia. La ricostruzione presentata dagli avvocati e dai periti della difesa però non hanno convinto il pm Igor Secco e gli avvocati della parte civile Carlo Bertacchi ed Elena Valenti che hanno presentato un lungo controesame evidenziando contraddizioni su dati oggettivi emersi durante l'istruttoria dibattimentale.
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Il Mattino