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Ancora domenica, alla sua Marta Fascina e i fedelissimi riuniti al cenacolo di Villa San Martino, sottoponeva un quiz: «Quanto prende Forza Italia?». Poi, con il sorriso impaziente di chi vuole svelare anzitempo l'indovinello, chiudeva il cerchio: «No, prendiamo di più». Per Silvio Berlusconi parlare di ritorno è un understatement. In verità, il Cavaliere non se ne è mai andato. E ci tiene a ricordarlo all'indomani dell'8% incassato alle elezioni, mentre saluta sornione i fan delle sue «video-pillole» su twitter, «questa è l'ultima».
«Voglio ringraziare dal profondo del cuore tutti gli italiani», dice con lo sguardo fisso in telecamera un signore vestito in giacca blu scura, camicia azzurra, alle spalle una libreria bianca costellata di riquadri famigliari, ora con Pier Silvio, ora con Barbara e i nipoti. E se ricorda da vicino il Presidente «un po' stagionato» che dalla stessa sedia, da capo del governo, faceva gli auguri di Natale agli italiani trent'anni fa, non è un dejavu.
Silvio semplicemente è. A un mese da un lutto che ha terremotato certezze e ricordi di intere generazioni - la dipartita tutto sommato prevedibile eppure mai davvero attesa della Regina Elisabetta II - la politica italiana può contare a suo modo su una voce, un volto familiari come nessun altro. Qualunque cosa succeda, Silvio c'è. E con questa asettica certezza devono fare i conti fan e detrattori del patron di Mediaset. Pronto a festeggiare i suoi 86 anni, giovedì, con un rientro a Palazzo Madama su cui in pochi, fino all'altroieri, avrebbero scommesso.
Non a caso, raccontano i suoi, l'ex premier si è assai adombrato quando a luglio qualche sondaggista ha azzardato uno scenario: Lega e Fdi avranno i numeri per governare, da soli. Non è andata così, e adesso Silvio gongola doppio. Perché non ha funzionato la spallata dei «cosiddetti centristi» nel Terzopolo di Carlo Calenda, un signore «preparato» ma «di sinistra» che, non se ne capacita, lo ha preso di mira di continuo (mentre per Matteo Renzi c'è una passione, «è bravo e capace», confidava ancora a ridosso del voto). Dall'altra l'aggancio della Lega di Matteo Salvini, a cui però vuole bene, «è una persona corretta», ripete a menadito. Il bene che vuole un papà al figlio un po' irrequieto a cui insegnare come stare al mondo. In Italia come in Ue, da cui nelle ultime ore è arrivato l'ennesimo endorsement del Ppe al Cavaliere, «siamo fiduciosi che Forza Italia guiderà il prossimo governo in un percorso che serve i migliori interessi del popolo italiano in un'Ue forte e stabile», dice il bavarese Manfred Weber. Avviso ai naviganti. Ma non servono i campanelli da Bruxelles per ricordare che Silvio Berlusconi è in campo. Come e più di prima.
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