Bochicchio, giallo eredità. «Resta sotto sequestro». I creditori chiedono la restituzione di 230 milioni di euro

Bochicchio, giallo eredità. «Resta sotto sequestro». I creditori chiedono la restituzione di 230 milioni di euro
Massimo Bochicchio, ultimo atto. Almeno per quanto riguarda il Tribunale penale. Ieri i giudici hanno depositato le motivazioni con cui hanno dichiarato estinto il processo a...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Massimo Bochicchio, ultimo atto. Almeno per quanto riguarda il Tribunale penale. Ieri i giudici hanno depositato le motivazioni con cui hanno dichiarato estinto il processo a carico del broker dei vip, per esercizio abusivo della professione di investitore e riciclaggio. Dopo la morte di Bochicchio, avvenuta lo scorso 19 giugno, sul risarcimento dei creditori - che chiedono indietro addirittura 230 milioni di euro - deciderà il Tribunale Civile. Ma nel frattempo, restano congelati anche i beni della moglie del broker, Arianna Iacomelli: il suo conto corrente, con 547mila euro, e i preziosi contenuti in una cassetta di sicurezza a lei intestata. Il motivo? Perché agli atti manca un testamento stilato da Bochicchio. Gli inquirenti lo stanno cercando, ma intanto la trafila ereditaria resta bloccata. La Iacomelli sostiene che il conto corrente contenga i suoi risparmi e che nella cassetta di sicurezza ci siano i suoi gioielli. Ma i giudici non sono d’accordo e hanno deciso di mantenere tutto quanto sotto sequestro. 

Per Bochicchio «non sussistono gli estremi di una sentenza assolutoria di merito, ancorabile al presupposto della prova evidente dell’innocenza dell’imputato», si legge nelle motivazioni della sentenza depositata ieri dai giudici della VII sezione collegiale. E, soprattutto, sui beni sequestrati «sussiste un’evidente controversia sull’individuazione dell’avente diritto alla restituzione», visto che dalle indagini sembra essere emerso che «tale conto corrente sia stato alimentato anche con denaro proveniente da Bochicchio, mentre i preziosi contenuti nella cassetta di sicurezza appaiono riconducibili a più soggetti». Il giudice insiste sul fatto che «allo stato non è dato sapere se l’imputato abbia redatto testamento, o se si farà luogo alla successione legittima, se vi sarà conflitto tra la Iacomelli in proprio e gli eredi, chiunque essi siano». E ancora: c’è anche la possibilità - «realistica» - che gli eredi rinuncino al lascito, soprattutto se si considera che «le richieste delle parti civili costituite nel presente processo ammontano a circa 230 milioni di euro». Una cifra da capogiro. A stabilire di chi siano i soldi sul conto e a chi appartenga il contenuto della cassetta di sicurezza, quindi, sarà il Tribunale Civile. Lo stesso che dovrà decidere un eventuale risarcimento per i creditori del broker. 

 

Intanto proseguono le indagini sulla morte di Bochicchio. Il pubblico ministero Andrea Cusani sta analizzando il contenuto del telefono e del computer del broker, e ha anche acquisito gli atti dell’inchiesta per truffa. L’ipotesi di reato è istigazione al suicidio: si cercano eventuali tracce di minacce o intimidazioni che possano avere spinto l’uomo a togliersi la vita. Lo scorso 19 giugno Bochicchio è morto per i traumi causati dal violentissimo impatto contro la parete del muro di cinta dell’aeroporto dell’Urbe, su cui si è schiantato mentre era in sella alla sua moto Bmw, che ha preso fuoco.

Leggi l'articolo completo su
Il Mattino