Custodia cautelare in carcere non solo per lesioni gravissime, ma anche per tentata interruzione di gravidanza, è la contestazione che la Procura di Bologna ha aggiunto...
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E di averlo fatto per procurarle un aborto, in preda ad una profonda angoscia dovuta ad un problema riscontrato nel bambino portato in grembo dalla donna, una infermiera sua coetanea con cui era in procinto di andare a convivere. Ora lei, seppur cosciente, è ancora ricoverata in condizioni stabili nel reparto di Rianimazione dell'ospedale Maggiore, e la prognosi rimane riservata, come ha confermato un comunicato dell'Ausl di Bologna. Stabili anche le condizioni del feto, che non ha riportato danni dall'avvelenamento.
Il giudice non ha convalidato il provvedimento di fermo, «escludendo totalmente il pericolo di fuga», come ha spiegato il difensore dell'indagato, l'avvocato Raffaele Merangolo che lo assiste insieme al collega Giulio Cristofori, ma ha applicato il carcere sulla base della gravità del quadro indiziario. Secondo quanto si apprende, l'ordinanza ritiene confermata la premeditazione del gesto, e ha valutato l'esigenza cautelare sulla base della sussistenza di un rischio di recidiva.
L'uomo è ritenuto inoltre incapace di comprendere la gravità delle azioni commesse.
Il Mattino