Roma. Un bonus per i nuclei familiari con almeno due figli che vivono in condizioni economiche difficili. Sarebbe questa l'ultima ipotesi allo studio del governo per sostenere...
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Ad essere fautori di un intervento pro-famiglia è in particolare l'ala del governo di Area Popolare, capitanata da Beatrice Lorenzin e Enrico Costa. Non a caso anche il presidente del Consiglio Matteo Renzi è tornato oggi a parlare a grandi linee di un «segnale» sul quoziente familiare. Un intervento più sistematico è rimandato al 2018, quando si affronterà il tema Irpef, ma già dall'anno prossimo il premier non ha escluso un primo assaggio che si potrebbe appunto concretizzare in una sorta di bonus. La manovra, che secondo il sottosegretario al Tesoro, Paola De Micheli, permetterà di sbloccare 800 milioni di investimenti degli enti locali, potrebbe arrivare sul tavolo del consiglio dei ministri venerdì o sabato prossimi, in anticipo rispetto alla scadenza del 20 entro cui inviare il testo completo in Parlamento. Prima di allora dovranno però essere sciolti i nodi ancora insoluti della Nota di aggiornamento al Def. Il ministero dell'Economia ha inviato all'Ufficio parlamentare di bilancio i chiarimenti alle critiche esposte dall'Autorità nel corso dell'audizione in Parlamento e trasmesse a Via XX Settembre lo scorso 3 ottobre. Con schede dettagliate sulle misure della manovra e sui loro specifici impatti il Tesoro punta infatti a convincere l'Ufficio della bontà delle proprie stime, considerate eccessivamente ottimistiche. Un obiettivo che si prefigge anche il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan.
Allo studio del governo c'è anche il meccanismo del bonus assunzioni introdotto nel 2015 e poi confermato, anche se in forma molto depotenziata, quest'anno. La misura ha funzionato (+253 mila assunti a tempo indeterminato nel 2016, ha reso noto l'Istat alcuni giorni fa), ma Palazzo Chigi punta a distribuire le poche risorse a disposizione su operazioni capaci di rilanciare la produttività. Tuttavia, se fino ad alcune settimane fa sembrava ormai certa la cancellazione della decontribuzione, in queste ore nel governo si fa strada l'ipotesi di conservare la misura concentrando però le risorse (comunque non più di 5-600 milioni) su alcuni selezionati segmenti occupazionali più bisognosi di sostegno pubblico. Si punta su una misura per i giovani che funzionerebbe con lo stesso criterio sperimentato negli ultimi due anni: l'azienda assume e divide con lo Stato parte dell'onere contributivo. Ma tutto dipenderà dalle risorse a disposizione nella manovra.
m. d. b. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino