Bruxelles-Roma, l’ora del dialogo «Italia più forte con le riforme»

Bruxelles-Roma, l’ora del dialogo «Italia più forte con le riforme»
Quindici minuti di incontro non bastano per colmare una distanza che pure di per sé non sarebbe infinita, quei 3,4 miliardi in più di sforzo finanziario che...

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Quindici minuti di incontro non bastano per colmare una distanza che pure di per sé non sarebbe infinita, quei 3,4 miliardi in più di sforzo finanziario che l’Unione europea richiede all’Italia, per considerare rispettata la regola del debito. Ieri a Davos Pier Carlo Padoan e Pierre Moscovici hanno provato quanto meno ad avvicinare le posizioni, anche se nel breve incontro non è parlato di misure specifiche, di quell’elenco di interventi aggiuntivi che Bruxelles vuole pronto per il primo febbraio. 


Toccherà al governo italiano innanzitutto decidere se aderire alla richiesta della commissione. L’impegno è consistente ma non colossale, in rapporto alle grandezze del bilancio pubblico italiano. E forse ci sarebbe il modo di trovare almeno una parte della somma ricorrendo a misure relativamente indolori, come la rottamazione delle cartelle che proprio in questi giorni vede un crescendo di domande (sono 156 mila quelle pervenute a Equitalia da inizio novembre ma ora il ritmo sta accelerando). Un ulteriore aumento di entrate in chiave di intensificazione di lotta all’evasione sarebbe sulla carta un percorso gestibile, mentre più complicata appare la via dei tagli di spesa. Gentiloni e Padoan vorrebbero comunque evitare di dare l’idea di fare marcia indietro per tornare sul sentiero dell’austerità. Dalla decisione che verrà presa dipenderà anche l’orientamento di politica economica per i prossimi anni, che dovrà essere messo a punto ad aprile nel Documento di economia e finanza; anche se al momento non è chiaro quale profilo più o meno elettorale possa avere l’esecutivo tra tre mesi. Ecco quindi che ieri l’obiettivo era soprattutto mantenere ben aperto il canale tra Roma e Bruxelles. 

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Il Mattino