Servizi di pulizia, vestiario, generi alimentari, detersivi, cancelleria. Nei bilanci di Campidoglio e Muncipi, alla sezione «spese finanziate dai proventi delle...
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Addirittura 45mila euro sono stati utilizzati per «musei, mostre e pinacoteche». Altro denaro è servito per «generi alimentari», «carta e cancelleria» per i vigili urbani. E per i caschi bianchi ci sono stati anche altri “extra”, come quello per la «manutenzione del vestiario». E gli interventi per rattoppare le buche che fine hanno fatto? È proprio a questa domanda che sta cercando di trovare risposte la doppia inchiesta della procura di Roma e della Corte dei conti.
LAVORI AL RISPARMIO
Il sospetto è che troppo spesso siano stati effettuati lavori al risparmio, mentre i crateri sono rimasti sulle strade della Capitale, rattoppati alla meglio: carreggiate rifatte solo per metà, cantieri che si fermano perché i fondi finiscono. Il Codice della strada, in realtà, prevede che gli incassi delle sanzioni vengano principalmente investiti in manutenzione e progetti di sicurezza. A Roma non sembra essere andata in questo modo.
Va fatta una precisazione: la legge prevede effettivamente che una parte degli incassi delle sanzioni possa essere destinata agli agenti della municipale, ma se si tratta di «previdenza», «assunzioni stagionali», «progetti di potenziamento dei controlli», rafforzamento «dei servizi notturni». Mentre non sarebbero previste indennità come quella per la «manutenzione del vestiario», quella per il «maneggio valori», o «per specifiche responsabilità». E ancora: il sospetto di chi indaga è che i fondi effettivamente stanziati per le strade siano stati usati anche per coprire i buchi di bilancio dei Municipi e per finanziare altri appalti: dal verde ai servizi sociali, passando per le biblioteche e le scuole.
La normativa prevede che i fondi messi da parte tramite la riscossione delle sanzioni vengano «usati, nella misura del 50%, per interventi di manutenzione». Ma il 50% è la quota minima prevista: ogni ente locale è libero di «destinare in tutto o in parte la restante quota» alla sicurezza stradale, dice il Codice della strada. Considerando la fama internazionale delle strade romane - spesso paragonate a terreni lunari disseminati di crateri -, l’Amministrazione avrebbe potuto destinare gran parte delle risorse ai lavori di manutenzione. Non è stato fatto, e ora gli inquirenti vogliono capire se anche i pochi soldi stanziati siano addirittura stati sprecati, o se le altre spese finanziate fossero superflue. Anche perché è sempre stata lamentata a gran voce la carenza di fondi, con i tecnici dei municipi che hanno denunciato più volte che «il vero fabbisogno manutentivo è molto distante ed imparagonabile alla disponibilità di bilancio».
I LAVORI
Il risultato è che i lavori sono spesso stati fatti a metà o in modo approssimativo. Un’usanza già emersa in passato e durata almeno fino al 2015, quando la Procura ha scoperto un giro di mazzette in Campidoglio per chiudere un occhio sulla buona esecuzione delle manutenzioni in 15 cantieri. Anche in quel caso, la mappa delle buche di Roma e del denaro sprecato emergeva dalle carte d’indagine: andava dal Centro Storico fino all’Eur, da piazza Bocca della Verità a via Tiburtina, dal I al XV municipio. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino