Accadde in una notte di gennaio di quattro anni fa. Carolina Picchio, quattordici anni e due occhi grandi, salì al terzo piano e si gettò dalla finestra della sua...
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Già, ma che cosa prevede il provvedimento? Attribuisce innanzitutto potere al minore. Il potere di chiedere, a partire dai 14 anni (e senza obbligatoriamente doverne informare i genitori) l’oscuramento, la rimozione o il blocco di qualunque dato personale diffuso sul web, a prescindere dal fatto che i contenuti che lo riguardano possano configurare o meno dei reati. A fronte dell’istanza presentata dal ragazzo, il sito o il social non può più temporeggiare o opporre politiche di compliance aziendali: entro 24 ore dalla richiesta, il sito deve comunicare di avere preso in carico il problema, ed entro 48 ore deve risolverlo. In caso contrario, entra in campo il Garante per la protezione dei dati personali, che dopo richiesta formale, concede altre 48 ore di tempo al gestore del sito. Più garanzie alle vittime, dunque, ma anche sanzioni più incisive ai carnefici. In parallelo, prima dell’eventuale querela o denuncia, il provvedimento offre al minorenne over 14 che si è macchiato di bullismo, un salvacondotto. Si tratta dell’ammonimento: il questore lo convoca insieme a un genitore per comunicargli il provvedimento, e censurare quindi il suo comportamento di fronte ai familiari.
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Il Mattino