Usa 2020, c’era una volta la politica: il dibattito Trump-Biden è il più imbarazzante di sempre

C’era una volta la politica. Quella del confronto, del rispetto, delle strategie, delle idee e delle ideologie. La notte...

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C’era una volta la politica.
Quella del confronto, del rispetto, delle strategie, delle idee e delle ideologie.

La notte scorsa, invece, c’era il primo dibattito Trump-Biden, in assoluto il più imbarazzante di sempre.

E per novanta lunghissimi e inutili minuti, la politica non c’era più.

Il tempo di una partita di calcio, a tratti forse pure più divertente, se la posta in gioco non fosse la più grande democrazia del mondo.


Trump parla, parla, parla e non lascia parlare. Né Biden né addirittura il moderatore. Peraltro Wallace, della amica Fox News, a un certo punto costretto a un surreale «Odio alzare la voce, ma perché mai dovrei distinguermi da voi due?».

Di surreale, poi, c’è “soltanto” tutto quanto il resto.

Al di là del vuoto cosmico, infatti, certe risposte fanno saltare dalla sedia, persino quando in Italia è notte fonda.

Trump sui suprematisti bianchi anziché prendere le distanze e basta:
«State indietro e aspettate».

Come a voler dire, «ora mi mettete in una posizione di imbarazzo, però ho bisogno anche di voi».

Biden sul taglio delle tasse operato da Trump, forse la cosa migliore che abbia fatto da presidente in un Paese in cui mentalità, spirito e sogni imprenditoriali sono semplicemente il cuore pulsante di tutto:
«Eliminerò il taglio delle tasse operato da Trump».

Così, netto, quasi ad abbracciare il socialismo.

Con il tycoon che allora gli rimprovera proprio il socialismo e più in generale il suo essere schiavo della sinistra estrema trainata da Bernie Sanders e da Alexandria Ocasio-Cortez.

Con il rivale che gli risponde ancora, in un quasi delirio di personalismo:
«Il Partito Democratico sono io!».

Tutto molto difficile da commentare, anche per chi in politica ne ha vista più di qualcuna.

Questo nell’America che si lecca le ferite di 200mila morti di Covid e di un’economia potenzialmente inarrestabile, sì, ma tuttora ostaggio e dunque ferma.

Questo negli Stati Uniti spaccati in due metà, divisi praticamente su tutto, in cui i due candidati si insultano tra «Tuo figlio è un drogato!» e «Sei un clown e un bugiardo!».

Dramma nel dramma: di dibattiti ce ne sono in programma altri due.
Il secondo round il 15 ottobre e il “gran finale” (si fa per dire naturalmente) il 22.

Il 7 si affrontano invece Mike Pence e Kamala Harris e, chissà, magari per rintracciare dei contenuti bisognerà aspettare i vice.

C’era un volta la politica, insomma.
C’era, e dopo novanta lunghissimi e inutili minuti così, quasi verrebbe da scrivere che non c’è più.

Tuttavia specchio “perfetto” di una società, di una cultura e di un’intera era che evidentemente sono queste.
Dove “perfetto” vuol dire rotto.


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Il Mattino