L’allarme è scattato la settimana scorsa, lanciato dal Ministero al personale della polizia penitenziaria: non pubblicate foto sui social, soprattutto se siete...
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Un vero e proprio schedario, a disposizione degli iscritti, utile a rintracciare uomini e donne in divisa e, nel gergo degli ideatori della pagina «mettere alla gogna gli agenti che imperversano contro le masse popolari». Anche stavolta la pagina online è stata rintracciata ed è scattato subito l’allarme, divenuto ufficiale dopo la diffusione di un documento del Dap, il Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria, che invitava tutto il personale a non pubblicare sui social dati personali e fotografie in divisa. Ieri pomeriggio, però, la pagina identificata nel deep web era già divenuta irraggiungibile, cancellata anche questa dall’indirizzo dov’era stata scoperta e probabilmente spostata altrove, con gli stessi contenuti che hanno invitato il Dap a diramare ufficialmente un documento di «Allerta per possibili azioni ritorsive nei confronti delle forze dell’ordine».
Insomma, il timore è che quel materiale raccolto tramite le segnalazioni degli utenti possa essere utilizzato per andare a colpire gli uomini in divisa.
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Il Mattino