Roma. Nessun pericolo. Nessun «effetto Vajont». La diga di Campotosto gestita dall’Enel, quella che aveva creato l’allarme maggiore dopo le scosse di...
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Gli enti gestori, in particolare l’Enel per quanto riguarda le dighe di Campotosto, hanno confermato che non sono state evidenziate criticità sia nei controlli ordinari, sia in quelli scattati, come da procedura, dopo i terremoti recenti. Secondo le norme, infatti, ogni volta che si verifica un sisma superiore ai quattro gradi devono essere condotte delle verifiche dai tecnici su eventuali danni alle strutture. Venerdì scorso gli uomini del colosso elettrico hanno effettuato un sorvolo a bordo di un elicottero della diga di Campotosto, e nessun danno è stato evidenziato. Non solo. La diga è al 40% della sua portata massima. Già questo scongiurerebbe qualsiasi rischio «Vajont. E comunque l’Enel ha deciso di procedere ad un ulteriore svuotamento dell’invaso, le cui procedure sono già state avviate. Delrio ha comunque chiesto a tutti i gestori di tenere «alta la guardia».
Il ministro ha bollato come «fuori luogo» le dichiarazioni di Bertolucci che, nonostante il tentativo di correggere la rotta, hanno alimentato la paura in una popolazione già fortemente provata. Ma anche i metodi di comunicazione «informali» tra i gestori delle dighe e gli organi istituzionali sono stati censurati. Si è deciso così di attivare un canale «formale», con la diramazione di un bollettino ufficiale con tutte le informazioni necessarie. L’incontro è servito a Delrio anche a rimarcare come il governo Renzi, nel suo piano da 11,5 miliardi di euro sulle infrastrutture, abbia stanziato 294 milioni per la manutenzione di 101 delle oltre 500 dighe presenti sul territorio. A dicembre dello scorso anno il Cipe ha anche ripartito i fondi tra i diversi progetti. Diverse strutture, soprattutto quelle gestite dal pubblico, sono vecchie e hanno ricevuto poca manutenzione. Gli investimenti si concentrano su queste. Quelle gestite dai concessionari, come Campotosto, ricevono invece investimenti più costanti, perché i privati usano gli invasi per produrre energia elettrica e i piani di concessione prevedono anche programmi di investimento.
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Il Mattino