Cani e gatti vietati negli immobili del Vaticano: lo dice il regolamento condominiale (ancora) in vigore

Cani e gatti vietati negli immobili del Vaticano: lo dice il regolamento condominiale (ancora) in vigore
Città del Vaticano – Con buona pace di San Francesco che chiamava 'fratello' persino il lupo di Gubbio, accogliendo tutti gli animali e le creature del...

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Città del Vaticano – Con buona pace di San Francesco che chiamava 'fratello' persino il lupo di Gubbio, accogliendo tutti gli animali e le creature del Signore, negli appartamenti di proprietà del Vaticano cani e gatti sembrerebbero non essere bene accetti. Anzi, per essere precisi, gli animali sono tassativamente vietati. Leggendo il regolamento condominiale valido per tutti gli stabili che gestisce la Santa Sede nella capitale – un patrimonio immobiliare di centinaia di palazzi e appartamenti in diverse zone della città – le regole formalmente sono ancora queste. 

Nonostante che il testo sia un po' datato (risale al lontano 1976) effettivamente risulta ancora quello che viene applicato dall'Apsa. Fu redatto davanti ad un notaio dall'allora responsabile del patrimonio immobiliare – tale monsignor Gaspare Cantagalli – e descrive con meticolosità le regole principali relative al comportamento richiesto ai condomini, esattamente come accade in qualsiasi condominio. In un paio di punti però appaiono incomprensibili divieti, come per esempio l'impossibilità di vivere dentro le mura domestiche con un cagnolino o un micio. “Vietato tenere cani o altri animali da cortile” si legge. La frase pro-forma appare persino bizzarra visto che sembra fare riferimento anche a galline o altre bestiole tipiche di una fattoria. In ogni caso la regola è decisamente anacronistica in Italia non solo perché la giurisprudenza in materia nel frattempo si è evoluta stabilendo che le norme del regolamento condominiale non possono vietare il possesso o la detenzione di animali domestici.

 

 

La legge di riforma 212 del 2012 in Italia ha fornito un'apertura verso quei condomini che vogliono tenere gli animali in appartamento, rivedendo il concetto di valorizzazione dell'animale dal punto di vista del rapporto che sussiste tra l'uomo e gli animali domestici. San Francesco ne sarebbe decisamente contento. 

Un altro punto del regolamento condominiale vaticano ormai superato è quello di vietare ai condomini di gettare rifiuti o altro dalle finestre o dai terrazzi. Un po' come spesso accade in certi quartieri napoletani la notte di San Silvestro. 

 

 

Il presidente dell'Apsa, monsignor Nunzio Galantino, l'uomo di maggiore fiducia di Papa Francesco ha ricevuto l'incarico di rivedere tutta la gestione del patrimonio immobiliare all'insegna di criteri moderni e trasparenti. Non è escluso che a breve anche il regolamento condominiale vaticano contenente il divieto a cani e gatti venga rivisto, aggiornato e messo in linea con la giurisprudenza italiana in vigore. 

Papa Francesco la scorsa settimana con un Motu Proprio ha attuato la riforma che centralizza la gestione non solo degli investimenti ma dei fondi e degli immobili. Si tratta di un atto molto importante e operativo deciso lo scorso agosto. Un percorso partito da lontano per dare una svolta all'amministrazione nel suo complesso e per incrementare trasparenza e razionalizzazione. 

Il patrimonio immobiliare a Roma comprende circa 2.400 appartamenti e di 600 tra negozi ed uffici. Il 60% di questi immobili sono affittati a dipendenti vaticani. In una recente intervista all'Avvenire Galantino ha spiegato che vengono affittati a canone agevolato in “una sorta forma di housing sociale”. 


Per questo patrimonio immobiliare l’Apsa paga regolarmente l’Imu la Tasi e l’Ires al comune di Roma e a quello di Castel Gandolfo. Nel 2018 ha sborsato una cifra pari a 9,2 milioni di euro.

 

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Il Mattino