Cannabis, Orlando apre alla liberalizzazione. Salvini e Giovanardi lo attaccano

«Nel momento in cui una parte non proprio irrilevante e un alleato non proprio trascurabile dell'Italia, come la Germania, sembra cambiare profondamente linea su questo...

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«Nel momento in cui una parte non proprio irrilevante e un alleato non proprio trascurabile dell'Italia, come la Germania, sembra cambiare profondamente linea su questo fronte, credo che sia inevitabile che una qualche riflessione la si faccia anche nel nostro Paese». Andrea Orlando, ministro del Lavoro, partecipa a Genova alla VI Conferenza nazionale sulle dipendenze e apre la porta alla legalizzazione della cannabis sul modello di quanto si sta facendo in Germania. «Quella scelta determinerà dei riflessi che riguarderanno il nostro Paese, lo si voglia o meno nell'ambito di un mercato unico con le frontiere aperte», ha sostenuto il ministro. Orlando si spinge avanti intervenendo alla Conferenza voluta dalla ministra per le politiche giovani Fabiana Dadone.

L’esponente M5S ha ripreso un appuntamento fermo da dodici anni anche se la legge del 1990 prevede che «ogni tre anni, il Presidente del consiglio dei ministri, nella sua qualità di Presidente del comitato nazionale di coordinamento per l’azione antidroga, convoca una conferenza nazionale sui problemi connessi con la diffusione delle sostanze stupefacenti e psicotrope alla quale invita soggetti pubblici e privati che esplicano la loro attività nel campo della prevenzione e della cura della tossicodipendenza».

All’appuntamento partecipano molti ministri del governo, ma è la stessa Dadone che prova a tirare le fila della conferenza ritrovandosi sulla linea del collega Orlando. Anche per la ministra la scelta di liberalizzare la cannabis operata dal nuovo governo tedesco «è una scelta che l'Italia dovrebbe valutare ma bisogna riuscire a raggiungere la maggioranza al Parlamento. È questo il punto delicato». La ministra alle politiche giovanili Fabiana spiega anche che l’argomento “spetta alla competenza parlamentare” e che «il governo deve fare un lavoro istruttorio».

In effetti è molto complicato pensare che il tema possa rientrare nei programmi del governo Draghi, anche perché da parte del centrodestra la levata di scudi è immediata. «È molto preoccupante che un ministro della Repubblica, anziché ascoltare le tante comunità di recupero che eroicamente salvano migliaia di ragazzi e combattono le dipendenze tutti i giorni, parli con leggerezza di droga», replica Matteo Salvini. «La Lega è dalla parte della vita e dei giovani: il ministro del Lavoro si occupi di lavoratori, precari e cassaintegrati, lasci che di lotta alla droga si occupino famiglie, esperti e comunità».

«Non credo che la droga si combatte legalizzandola», incalza il presidente del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga.

«Non condivido l'intervento di Orlando - aggiunge Maurizio Gasparri - trovo ipocrita l'atteggiamento della Dadone che fa le interviste per la legalizzazione e poi non ne parla nel convegno perché sa che nel Governo gli orientamenti non sono univoci. Si rischia di avere una conferenza di ipocrisie».

Il tema è ovviamente fuori dal programma di governo e la contrapposizione interna alla maggioranza rende molto complicato che un’iniziativa parlamentare possa avere un destino diverso dalla legge Zan.

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Il Mattino