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Fatta la regola ecco l’inganno e nella notte di San Silvestro, ormai alle porte, le nuove restrizioni varate dal governo che spengono le consolle dei dj e le luci delle discoteche possono essere facilmente aggirate da tanti altri locali, ristoranti in primis, che contano su ampi spazi e che, oltre al cenone, offrono spettacoli, intrattenimento e soprattutto dj-set. Ma a cosa serve il dj se, in teoria, non si potrebbe ballare interpretando così la decisione del governo di chiudere sale da ballo e discoteche? Si cena certo, perché al Veglione non si può rinunciare, ma volendo si balla anche nelle vicinanze dei propri tavoli e il motivo è presto spiegato da un organizzatore di eventi milanese: «Se mi togli i “salti” la notte di Capodanno mi togli la vita».
«Dopo la cena c’è il dj. Ballare? Non lo vietiamo»
E allora eccolo lo stratagemma, al netto del Covid e della variante Omicron capace di trascinarsi dietro migliaia di nuovi contagi, che corre lungo lo Stivale da Milano a Palermo, da Roma a Pozzuoli. Organizzare un Capodanno violando le disposizioni da poco varate è facile, bastano anche cinque minuti grazie a quella proliferazione di annunci che galoppa in rete con la stessa velocità con cui il virus ha spinto in alto la curva dei contagi. Oltre alla festa e al veglione - su cui non pende nessun divieto - i locali hanno aggiunto nei pacchetti l’opzione “dj-set” e quindi un dj in consolle che allo scoccare della mezzanotte farà partire musica dal vivo. Si potrà ballare dunque? Nessuno dei locali che da Facebook ad Instagram pubblicizzano le serate dice chiaramente di no.
LE SERATE
«Ballare, ballare...
DIMORE E CASALI A RISCHIO
E se forse qualcuno nella foga della ricerca di un cenone ha dimenticato che il momento di maggiore contagio avviene proprio a tavola, non va sottovalutato un altro scenario completamente fuori controllo e sotto traccia. Quello delle feste private, in casali e dimore private, dove non c’è un limite al numero di partecipanti e le regole restano quelle del “volemose bene”, aggiungi un posto a tavola. E poi anche in pista, nel salone della seconda casa dove comitive di amici - anche 20, 30 persone - non aspettano altro che ritrovarsi. Riunioni carbonare, almeno un tampone da mostrare all’ingresso, si spera...
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Il Mattino