Poteva morire anche lui, e si è salvato per caso e perchè ha reagito alla violenza dell'altro magrebino. Il carabiniere che era di pattuglia insieme al vice...
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Questa la sua ricostruzione dei fatti. Tutto sarebbe iniziato «con un borseggio a piazza Mastai, la vittima viene derubata di borsello e cellulare, denuncia il furto ai carabinieri dopo aver chiamato il suo cellulare rubato dai due magrebini. Al telefono i ladri gli avevano dato appuntamento vicino a piazza Cavour per la restituzione in cambio di una somma di denaro».
La ricostruzione che il carabiniere sopravvissuto all'aggressione dei due magrebini fa ai colleghi e ai superiori fa riferimento all'utilizzo di due pattuglie, una in borghese e una del 112. La vittima del furto, secondo quanto si apprende, avrebbe accompagnato i carabinieri nella ricerca. All'appuntamento in via Cossa arriva prima la sua pattuglia. Ecco cosa è successo stando a quanto riferito ai superiori dal collega del carabiniere ucciso.
«Quando li abbiamo visti ci siamo avvicinati, ci siamo qualificati e dopo pochi istanti ne è nata una colluttazione tra i due carabinieri e i due magrebini». Il collega del carabiniere ucciso, che riporterà numerose collusioni in più parti del corpo, ha raccontato ai colleghi che si sono messi alla caccia: «Dopo poco ho sentito Mario urlare colpito da più coltellate. Mi sono precipitato per soccorrerlo mentre i due si davano alla fuga. Ho chiamato subito i soccorsi e la centrale operativa per chiedere aiuto e dare la descrizione dei due aggressori».
Descrizione che in poco tempo fa il giro delle pattuglie del 112 delle volanti del 113 e nelle chat interne dei carabinieri nelle quali si racconta di due magrebini di 20-25 anni «alti circa 1 metro e 80 cm, con felpa viola e nera, uno con capelli mesciati, durante colluttazione uno dei due stranieri attingeva il vice brigadiere Cerciello con 7 coltellate, una delle quali al cuore».
Il Mattino