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Carlo Calenda, la Lega e M5S sulla politica estera e l'invio di altre armi in Ucraina stanno terremotando la maggioranza di governo. Non servirebbe invece più stabilità?
«C'è il rischio non che salti il governo, grazie al fatto che Mattarella e Draghi tengono la barra dritta, ma che salti la maggioranza, dando l'idea di un sistema italiano allo sbando. I due populismi non mostrano alcuna cultura di governo neanche nel pieno di un conflitto. Ci sono iniziative davvero bizzarre come quella di Conte che chiede a Draghi di riferire in Parlamento sulla politica estera, quando basterebbe che s'informasse con il ministro titolare della Farnesina che è del suo stesso partito. Dall'altro lato, Salvini chiede un vertice di maggioranza sulla pace, neanche fosse il Mahatma Gandhi. Per non dire di Grillo».
Vuole sciogliere l'esercito?
«Sì, e non solo. Grillo l'alleato del Pd che cita a modello il presidente cinese dovrebbe far riflettere Letta».
La morale di tutto questo qual è?
«È la seguente: che cosa aspettano le persone serie, che nel nostro sistema politico esistono, da Letta alla Carfagna, da Brunetta a Giorgetti, e a tanti altri amministratori di sinistra e di destra come Sala, Nardella, Toti, Bonaccini, Zaia, Fedriga, Bucci, Brugnaro, a chiamare il time out? Va fermato lo scempio, a colpi di dichiarazioni e di posizioni deliranti, in tempo di guerra. Ricordo che siamo a 11 mesi dalle elezioni politiche».
Si svolgeranno in questo quadro bipolare?
«Se resterà, come io credo, l'attuale legge elettorale le persone serie dei due schieramenti rimarranno prigioniere di populisti e irresponsabili di destra e di sinistra. Come può pensare Letta di governare con Grillo e con Conte in versione Di Battista? E come pensa Forza Italia di governare dopo il 2023 con Salvini e con Meloni che sono contro l'Europa e contro la commissione Ue che il partito berlusconiano sostiene?».
Ci dica allora lei la soluzione.
«Occorre lanciare subito una Costituente della serietà.
Il 10 maggio Draghi vola a Washington. Quale linea sulla guerra va perseguita dall'Italia?
«Primo: fornire armi all'Ucraina ma non come, vuole Johnson, spingere gli ucraini a colpire obiettivi in Russia. Sennò, sarà la terza guerra mondiale. Secondo: dobbiamo arrivare all'indipendenza dal gas russo velocemente. Il che significa, nel breve periodo, riattivare la piena potenza delle centrali a carbone e prendere il gas dove c'è, senza mettere veti come quelli avanzati da Letta sul gas egiziano. Nel medio periodo, non c'è alternativa, per l'indipendenza energetica, alla ripartenza del nucleare. Raccoglieremo le firme per una legge d'iniziativa popolare per l'apertura di otto centrali nucleari».
Intanto verrà aperto il termovalorizzatore annunciato a Roma?
«Era al centro del nostro programma, insieme a una bioraffineria da costruire vicino a Malagrotta con Eni e Tecnimont. Abbiamo bisogno di 12 termovalorizzatori, 10 bioraffinerie e 2 grandi rigassificatori. Il governo deve approvarli con procedura d'urgenza e commissariandone la realizzazione. Il tempo dei no è finito».
Immaginiamo che nel 2023 non vinca nessuno dei tre poli. Poi che cosa si fa: si richiama in servizio Draghi?
«Andrà fatto un governo Ursula. E la politica dovrà assumersi la responsabilità di esprimere un premier e una classe dirigente di politici che conoscano il mondo reale, la fatica e il lavoro, ossia capaci di gestire, di amministrare, di fare. Puntando su persone così, noi a Roma siamo diventati il primo partito con il 20 per cento. Ripeto: non è accettabile che un grande Paese come il nostro si regga, in mezzo alle inutili propagande dei partiti e alla paralisi che infliggono all'Italia, solo sulla serietà di Mattarella e di Draghi».
Una Costituente della serietà e poi?
«Penso ad altre iniziative. Su Roma, a giugno, faremo un incontro con tutti i partiti per verificare l'andamento dei piani in vista del Giubileo. Vogliamo organizzare anche un convegno per rilanciare l'idea del grande museo delle antichità di Roma, coinvolgendo l'archeologo Carandini, Francesco Rutelli e Schmidt il direttore degli Uffizi che hanno superato per la prima volta, nel numero dei visitatori, il Colosseo». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino