Marijuana in casa, liberata l'imprenditrice di Carovigno: «Uso personale per calmare l'ansia dovuta alla pandemia»

Marijuana in casa, liberata l'imprenditrice di Carovigno: «Uso personale per calmare l'ansia dovuta alla pandemia»
La disponibilità della droga era per alleviare l’ansia causata dal Covid, non per lo spaccio. Accolte le tesi della difesa: il Tribunale del Riesame di Lecce rimette...

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La disponibilità della droga era per alleviare l’ansia causata dal Covid, non per lo spaccio. Accolte le tesi della difesa: il Tribunale del Riesame di Lecce rimette in libertà l’imprenditrice di Carovigno, in provincia di Brindisi, arrestata poche settimane fa, e che era ristretta ai domiciliari. La donna, difesa dall’avvocato Pasquale Lanzilotti, era finita al centro della vicenda giudiziaria dopo la scoperta all’interno del suo ristorante di oltre 800 grammi di marijuana, parte occultata in un boccaccio di plastica e ulteriori 684 grammi della medesima sostanza, nascosti in un sacco. Nonostante l’ingente quantitativo i giudici hanno ritenuto valide le motivazioni presentate dalla difesa dell’imprenditrice, sulla presunta assenza di altri elementi per accertare l’attività illecita di spaccio.

 

La spiegazione dell'imprenditrice

Durante il sopralluogo gli investigatori rintracciarono anche uno spinello “parzialmente consumato”. Nel corso della sua deposizione l’imprenditrice ha chiarito che la droga ritrovata dagli investigatori non era destinata alla vendita, e di conseguenza allo spaccio. Bensì la 42enne ha più volte riferito che si trattava di droga coltivata per uso personale, anche per fronteggiare dal punto di vista emotivo l’ansia che la pandemia in corso, avrebbe generato sulla sua persona. Effetti derivanti dal Covid, che le avrebbero procurato forti stati di panico. 

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Il Mattino