OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Si chiama “Gepard” la svolta della Germania nella guerra in Ucraina. La fine delle titubanze del cancelliere Scholz. L’esercito tedesco non li usa più, ma l’azienda Krauss-Maffei Wegmann (Kmw) aveva fatto sapere di avere in magazzino 50 carri armati Gepard con torrette da 5 tonnellate, due radar per la ricerca e il puntamento e cannoni antiaerei con tanto di visori notturni, da consegnare agli ucraini dopo una revisione e messa a punto.
Germania, 50 tank Gepard all'Ucraina: per la Polonia sono insufficienti (e c'è il giallo munizioni)
I tedeschi cedono agli Usa: «Daremo i carri armati»
E in coincidenza col vertice di oltre 40 paesi (compresi Israele, alleati asiatici quali Giappone e l’Australia, e africani quali Kenya e Tunisia) impegnati a sostenere con aiuti militari la resistenza ucraina all’invasione di Putin, ieri nella base Nato di Ramstein in Germania, l’annuncio dello storico cambio di strategia tedesco è venuto dal ministro della Difesa, Cristine Lambrecht. «Abbiamo deciso di aiutare l’Ucraina con carri Gepard. È esattamente ciò di cui l’Ucraina ha bisogno per mettere in sicurezza il suo spazio aereo da terra. La Germania è pronta a sostenere Kiev in questa lotta coraggiosa ma importante per la libertà e la pace».
LA DECISIONE
Una decisione tutt’altro che scontata, contemporanea all’annuncio del ministro tedesco dell’Economia, Robert Habeck, ieri in Polonia, che la Germania è in grado di rendersi autonoma dal gas russo «in pochi giorni».
Mosca ribatte agli aiuti militari a Kiev con l’evocazione della Terza guerra mondiale e, ancora, della bomba atomica. «Monitoriamo con attenzione e prendiamo sul serio le minacce nucleari della Russia», commenta il capo dello Stato maggiore congiunto Usa, il generale Mark Milley, in un’intervista da Ramstein alla Cnn. Austin parla, invece, di «retorica pericolosa e non utile» dei russi. L’esibizione di muscoli Nato serve pure a scongiurare l’estensione del conflitto a Paesi come la Moldova, per la contiguità con la striscia della Transnistria occupata dai russi e confinante con l’Ucraina di sud-ovest. «Noi non vogliamo vedere nessuno “spill over” del conflitto in Moldova, stiamo indagando sulle violenze di questi giorni». La scommessa è quella di fornire il massimo sostegno militare agli ucraini, in misura e qualità crescenti, nella convinzione che Putin non possa alzare il livello militare del conflitto visti i rovesci che ha già subìto con la ritirata “strategica” dal Nord. La guerra è entrata in una «fase nuova».
LE TRUPPE NELL’EST
I russi cercano di accerchiare le truppe ucraine nell’Est, circa metà dell’esercito di Zelensky, con movimenti a tenaglia che coinvolgono anche i battaglioni “liberati” dalla presa di Mariupol. Per il generale Milley, le prossime settimane «saranno molto, molto importanti per l’esito di questa battaglia che sta prendendo forma». Nel frattempo, un’altra conferma della rottura degli indugi da parte tedesca arriva dall’annuncio di uno scambio circolare per rimpiazzare con mezzi di fabbricazione occidentale quelli ex sovietici inviati dai Paesi dell’Est, così come l’addestramento di militari ucraini sul suolo tedesco, con gli americani, ai sistemi d’arma occidentali che ancora non conoscono.
Il Mattino