Omicidio del falegname in casa, svolta nelle indagini: l'ipotesi della rapina finita male. Si stringe il cerchio

Omicidio del falegname in casa, svolta nelle indagini: l'ipotesi della rapina finita male. Si stringe il cerchio
Sono trascorsi circa due mesi da quando, l'11 giugno scorso, a Castrì di Lecce è stato rinvenuto il corpo esanime di Donato Montinaro, il falegname in pensione...

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Sono trascorsi circa due mesi da quando, l'11 giugno scorso, a Castrì di Lecce è stato rinvenuto il corpo esanime di Donato Montinaro, il falegname in pensione 75enne. Le indagini, condotte dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Lecce, coordinate dal Pubblico ministero, Maria Consolata Moschettini, ad oggi hanno dissipato dubbi sulle cause del decesso, provocato, come stabilito dall'esame autoptico condotto dal medico legale Roberto Vaglio, da numerose lesioni inferte al capo della vittima, ripetutamente percossa e successivamente imbavagliata con indumenti e nastro adesivo, così determinandone la morte per asfissia da soffocamento.

Raccolti gli indizi

Il tempo per assicurare alla giustizia i responsabili potrebbe essere breve. Numerosi infatti gli elementi indiziari raccolti dagli inquirenti, le testimonianze dei cittadini di Castrì, una realtà piccola, nella quale forestieri, provenienti da altri Comuni, non passano certo inosservati. E poi, l'assenza di segni di effrazione lascerebbe presumere che la vittima potesse conoscere il sicario.
Un'autentica spedizione alla ricerca di cosa? Probabilmente somme di denaro, se è vero che il pensionato in qualche circostanza, colloquiando davanti una tazza di caffè al bar, avrebbe liberamente impartito consigli sull'opportunità di conservare i soldi in casa piuttosto che in banca. Qualcuno, certo malintenzionato, potrebbe avere indirettamente carpito quelle parole credendole vere, ritenendole pertanto spendibili per organizzare una rapina, evidentemente sfuggitagli di controllo e, come noto, finita tragicamente.

Su questo, e molto altro, vertono le indagini, alle quali significativi spunti avrebbero fornito le immagini acquisite dagli impianti di videosorveglianza non solo di Castrì, ma dell'intera provincia leccese, un'area senz'altro vasta, ma nella quale mettendo a sistema orari, passaggi e celle telefoniche agganciate da telefoni è possibile fare ordine sui tanti tasselli e ricomporre a regola un puzzle che, quantomeno nelle fasi iniziali, si presentava oltremodo intricato. Se poi i dati oggettivi dovessero incontrare una qualche corrispondenza anche nella vita privata della vittima, nelle sue amicizie, siano esse semplici frequentazioni, anche occasionali, allora anche i restanti dubbi potrebbero dipanarsi e il cerchio chiudersi definitivamente.


Questione di ore, giorni? È ancora presto per dirlo, ma il lavoro procede senza sosta, nel più assoluto riserbo, coltivando concrete aspettative di risolvere anche questo omicidio che ha scosso, non poco, la quiete di un Comune, notoriamente estraneo a dinamiche delinquenziali di tanta efferatezza.
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Il Mattino