Cecilia Strada: «Emergency in Sierra Leone userà un nuovo farmaco contro l'Ebola»

Cecilia Strada
«Nel nuovo centro per la cura dell’Ebola a Lakka, in Sierra Leone, sperimenteremo un farmaco, di facile reperimento perché usato comunemente in cardiologia». ...

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«Nel nuovo centro per la cura dell’Ebola a Lakka, in Sierra Leone, sperimenteremo un farmaco, di facile reperimento perché usato comunemente in cardiologia».




Al contrario del farmaco che si sta usando negli ospedali europei e americani e che sarà utilizzato per curare il medico siciliano di Emergency ricoverato allo Spallanzani, questo medicinale è assai diffuso. «Abbiamo speranze che possa dare risultati importanti su molti pazienti. Già se ne conoscono le controindicazioni».



Cecilia Strada, presidente di Emergency, è nei corridoi dell’Istituto Spallanzani, dove da questa mattina è ricoverato il medico siciliano contagiato mentre era in missione proprio a Lakka. Il suo pensiero però va anche agli altri pazienti, quelli che ormai hanno occupato tutti i letti disponibili nell’ospedale in Sierra Leone.

«Per questo apriremo a breve un altro centro, nella stessa zona. Dispiace dovere di no ai pazienti che chiedono aiuto, con la nuova struttura avremo maggiore disponibilità e lì useremo il medicinale che oggi viene usato in cardiologia».



Dopo il contagio del vostro medico tra gli italiani impegnati in Sierra Leone c’è chi via ha chiesto di tornare indietro?

«Nessuno. E tra coloro che devono partire nessuno ha rinunciato. Servono però nuovi volontari, proprio perché dobbiamo aprire il nuovo centro per i malati di Ebola. Teniamo conto però che il medico ricoverato allo Spallanzani non è il primo nostro operatore che ha contratto il virus».



Sta parlando del medico ugandese che fu trasportato al Frankfurt University Hospital, in Germania?

«Esattamente. Per fortuna è guarito, per noi è una bellissima notizia».



Non è preoccupante che vi siano stati già due casi di contagio?

«Se teniamo conto del numero di pazienti che vengono curati ogni giorno direi di no. Statisticamente è un dato basso. Pensiamo a quanti ogni giorno lavorano nei nostri ospedali in Sierra Leone, a partire ad esempio dagli addetti delle pulizie».



Avete capito se c’è stato un errore nelle procedure?


«No, è complicato ricostruire come è avvenuto il contagio in Sierra Leone del nostro medico». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino