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Una casa di ringhiera in una vecchia cascina. A un lato del ballatoio, al primo piano, c’è l’appartamento di Carol Maltesi e in fondo quello di Davide Fontana. «Andavano e venivano spesso. Mi capitava di vederli passare, mentre stendevo. Lui in mutande, lei nuda», racconta la vicina Sara. Ma da dicembre nessuno ha più visto Carol, in arte Charlotte Angie, stella di Onlyfans, attrice porno in rampa di lancio, assai richiesta nei locali milanesi. Spesso girava film all’estero e nessuno se ne è preoccupato più di tanto. E invece la ventiseienne era sempre lì, nel suo monolocale: il volto bruciato e sfigurato, fatta a pezzi, almeno una quindicina, chiusi in quattro sacchi della spazzatura e infilati nel congelatore che il suo assassino ha comprato apposta. Finché Davide Fontana, bancario di 43 anni, ha deciso di disfarsene gettandoli in un dirupo in montagna. Nell’interrogatorio di lunedì notte ha confessato: «Pagherò per quello che ho fatto. Non ero più in grado di tenermi dentro tutto questo».
Gioco erotico
Eppure per settimane, raccontano gli investigatori, ci è riuscito benissimo. Ha cancellato prove, depistato, risposto al telefono della ragazza, continuato come se nulla fosse la sua vita di bancario in smart working con la passione per la fotografia e il cibo. Sempre lucido e controllato, l’insospettabile assassino della porta accanto. «Ho ucciso Carol durante un gioco erotico, l’ho colpita con un martello. Poi non ho capito più niente», ha detto agli inquirenti. Si è procurato un’accetta e una sega e per smembrare il corpo ha impiegato tre giorni. Ora è in carcere a Brescia, con l’accusa di omicidio volontario aggravato, distruzione e occultamento di cadavere. Lui e Carol, mamma di un bimbo di 6 anni affidato al padre, si conoscevano da un anno e mezzo, lo scorso giugno lei si è trasferita a Rescaldina e due mesi dopo lui l’ha seguita. «L’ho incrociato l’ultima volta domenica scorsa. Era tranquillissimo, andava a fare la spesa. Ci aveva insospettito non vedere più Carlos, il bimbo di Carol che lei portava qui ogni due settimane - riflette una vicina - Tanto che mio figlio, con cui giocava in cortile, gli ha chiesto dove fosse. “A Verona da suo padre”, ha risposto lui senza fare una piega».
A legare omicida e vittima è stata, all’inizio, la fotografia: lei voleva farsi strada nel mondo dell’hard, lui ama ritrarre. «Scatto per passione, sperimento, esploro.
I messaggi
All’apparenza è una relazione spigliata, ma Davide Fontana un passo alla volta si insinua nella vita di lei. Usa abitualmente la macchina di Carol, mentre la sua è ferma in giardino, l’aiuta nelle incombenze quotidiane. La conosce a tal punto che non è un problema spacciarsi per Carol dopo averla uccisa. Per allontanare i sospetti prende il suo telefono e risponde ai messaggi al posto della ragazza. Scrive alla madre malata che vive a Sesto Calende, all’ex compagno che abita a Verona con il figlio Carlos. Accampa scuse dicendo che è in viaggio, è impegnata in servizi fotografici all’estero. La collega Sabrina Ice telefona: «Sono sconvolta perché la scorsa settimana mi ha risposto Davide. Mi ha raccontato che era andata via e lui credeva fosse a Padova». L’omicida, nel frattempo, si è liberato del corpo, ritrovato da un residente il 20 marzo in un burrone sui monti tra Bergamo e Brescia. Spunta una mano, poi vari pezzi del corpo, i carabinieri descrivono i tatuaggi e i fan riconoscono Charlotte Angie. Due giorni fa Davide Fontana, accompagnato da un’amica, si presenta ai carabinieri per fornire informazioni sulla scomparsa di Carol, ma pasticcia, si contraddice e nel frattempo gli investigatori hanno le immagini delle telecamere che lo riprendono (sulla macchina di lei) lungo la strada dove ha buttato i sacchi. «Ho scelto Borno perché qui venivo in vacanza da bambino», ha detto agli investigatori.
È di una influencer il corpo fatto a pezzi a Borno? La pista dei tatuaggi. «Sette sono identici»
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Il Mattino