Un caso efferato di matricidio ha riacceso i riflettori in Cina sui famigerati campi o accademie, nella dizione più soft, per «liberarsi» della dipendenza da...
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La ragazza ha inviato sue foto e video alla zia chiedendo denaro per il rilascio. A riscatto arrivato, la figlia Chen ha chiamato l'ambulanza, ma la madre era ormai in fin di vita e i medici non hanno potuto far nulla per evitarne la morte, ha riportato il quotidiano The Paper. In un'accesa discussione, la figlia avrebbe anche accoltellato il padre, prima di fuggire. Durante l'interrogatorio, l'adolescente ha confessato di aver messo in atto una vendetta per essere stata spedita contro la sua volontà in uno dei 250 campi censiti in Cina che si occupano di «rieducare la dipendenza da Internet», noti per le misure drastiche di riabilitazione contro la semplice navigazione fino alla ludopatia online. In questi centri vengono seguite di solito punizioni severe e pratiche di tipo militare, tanto controverse da mettere in discussione le strutture che risultano essere ancora legali.
Chen, che aveva da poco abbandonato le scuole superiori, ha raccontato d'essere stata rapita da un gruppo di persone, privata di sigarette e cellulare, e portata con la forza alla Shandong Science and Technology Defense Academy di Jinan dove ha trascorso quattro mesi. Intrappolata in quella che ha descritto come «una gabbia terribile», ha denunciato di essere stata ripetutamente picchiata, tra torture ed elettrochoc.
La «scuola», come si autodefinisce la struttura, ha assicurato d'aver aiutato oltre 7.000 studenti a liberarsi della dipendenza dal web dalla sua fondazione del 1996, come rimedio al dilagare di una vera e propria piaga sociale.
Il Mattino