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Il rapporto Onu sul clima evidenzia una serie di criticità che il nostro pianeta affronterà nei prossimi anni. E sul fronte medico c'è poco da stare tranquilli. A lanciare l'allerta è il virologo Fabrizio Pregliasco, docente dell'Università Statale di Milano, commentando il rapporto. «Una Terra sempre più calda sicuramente può incidere su modificazioni della presenza e del tipo di agenti virali e batterici con cui ci ritroveremo a combattere. Qualche altra pandemia c'è da aspettarsela».
Pregliasco: il caso febbre del Nilo
Pregliasco prosegue: «Del resto la storia è costellata di queste situazioni».
Il tema green pass. «Il Green pass non dà la certezza di non infettarsi, non cambia nulla, l'attenzione deve essere continua e non si deve abbassare la guardia». Lo dice Pregliasco, docente dell'Università Statale di Milano. «L'unico elemento - chiarisce il virologo - è sapere che si è più sereni, ma si deve continuare ad adottare il nuovo galateo» fatto di igiene, distanziamento e «mascherina assolutamente imprescindibile, anche al ristorante, tranne il tempo in cui si mangia».
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Johnson: dieci anni per salvare il pianeta. Il governo britannico fa sue le conclusioni del nuovo allarmante rapporto sui cambiamenti climatici del globo pubblicato oggi dall' Onu e sottoscritto dagli scienziati dell'Ipcc. Si tratta di un «avvertimento severo» sul fatto che «le attività umane stanno danneggiando il pianeta a ritmo allarmante», commenta il primo ministro Boris Johnson sollecitando i leader del mondo - in veste di presidente della conferenza internazionale sul clima CoP 26 in programma a Glasgow a novembre, dopo alcun appuntamenti preparatori in Italia - a un piano di riduzione accelerato delle emissioni nocive. Il rapporto odierno è «una lettura che fa riflettere», sottolinea Johnson, e «spero che rappresenti una sveglia al mondo intero ad agire in vista del cruciale vertice nel quale ci incontreremo a Glasgow». «È chiaro che il prossimo decennio sarà decisivo per assicurare un futuro al nostro pianeta», ammonisce ancora il premier Tory, rivendicando al Regno Unito di aver assunto «un ruolo guida» su questo dossier con l'avvio di un processo di «decarbonizzazione condotto a un passo più veloce di qualunque altro Paese del G20». Un allarme analogo era stato già lanciato dal ministro Alok Sharma, designato dallo stesso governo britannico come presidente della CoP 26.
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