Codice degli appalti, pronte le modifiche: norme più semplici ma l’impianto resta

Codice degli appalti, pronte le modifiche: norme più semplici ma l’impianto resta
La «road map» è partita, l’attesa modifica del Codice degli appalti, nei cui confronti si erano levate non poche critiche (e non solo da parte dei...

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La «road map» è partita, l’attesa modifica del Codice degli appalti, nei cui confronti si erano levate non poche critiche (e non solo da parte dei costruttori) è iniziata. Il Consiglio dei ministri ha preso atto dell’informativa presentata dal titolare delle Infrastrutture Graziano Delrio e ha avviato l’iter del decreto correttivo. «L’intervento - si legge nella nota di Palazzo Chigi - contempla modifiche e integrazioni al Codice, volte a perfezionarne l’impianto normativo confermandone i pilastri fondamentali. Si tratta di un testo aperto, che in base alla legge delega sarà sottoposto alle consultazioni con i principali stakeholder, per essere poi esaminato in via preliminare dal Consiglio dei ministri. Successivamente sarà inviato alla Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano e al Consiglio di Stato (che dovrebbero esprimersi in 20 giorni) e contestualmente alle Commissioni parlamentari competenti (altri 30 giorni) per l’acquisizione dei prescritti pareri». 


A conti fatti circa due mesi( se tutto andrà liscio) ma saranno sicuramente decisivi per capire il grado di soddisfazione delle categorie, degli enti e del Parlamento. Il nuovo testo consta di 84 articoli senza, come detto, che risultino intaccati l’assetto e le finalità del Codice riformato. Cambiano, infatti una serie di norme e paletti minori con l’obiettivo di dare maggiore flessibilità ai percorsi che devono portare alla realizzazione delle opere. Del resto, come ha spiegato lo stesso Delrio, lo schema di decreto tiene conto delle consultazioni effettuate dal Parlamento che ha già sentito in apposite audizioni le principali stazioni appaltanti e le associazioni di categoria. Ma le modifiche avrebbero considerato anche le osservazioni dell’Anac nonché le considerazioni del Consiglio di Stato sui vari decreti attuativi e infine i suggerimenti delle Regioni, dell’Anci. 


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Il Mattino