Classi alternate tra lezioni sui banchi e lezioni online: lunedì, in molti casi, la scuola partirà così. E alle superiori questa alternanza potrà...
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Eppure sta accadendo, non solo: per questa prima fase, legata alle difficoltà della ripartenza, c’è anche chi adotta l’online alle scuole medie. Ma si tratta di una possibilità temporanea: quando poi le lezioni saranno avviate, la didattica a distanza sarà consentita solo tra i “grandi”, vale a dire tra quegli studenti che possono restare a casa da soli e che, difronte ad una lezione digitale, riescono a seguire. E così molte scuole si stanno preparando su questa strada sia, nella peggiore delle ipotesi, in vista di un eventuale nuovo lockdown sia per fare fronte alla quotidianità: molte scuole in questo modo tentano sia di “snellire” le classi sovraffollate sia di accorciare il tempo scuola, per evitare di stare troppe ore in presenza.
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Ovviamente tutto deve essere regolamentato non solo dalle linee guida ma anche dalle singole scuole: «Abbiamo le linee guida che consentono la didattica digitale integrata alle scuole superiori– spiega Mario Rusconi, presidente dell’Associazione nazionale dei presidi del Lazio – ma a decidere nella singola scuola devono essere il consiglio d’istituto e il collegio dei docenti: si tratta di una tipica questione che riguarda la fase organizzativa e quella formativa. Voglio però dire che in questi casi è necessaria una attenta formazione dei docenti e degli studenti, servono delle verifiche puntuali sulla connessione e sulla disponibilità di dispositivi adeguati. Per intenderci: lo studente non può fare lezione con uno smartphone, deve avere uno schermo adatto e gli va fornito. Inoltre bisogna pensare ad un codice di comportamento anche online, per il rispetto verso la scuola». In questa prima fase comunque tutte le scuole devono provvedere ad un piano per la didattica digitale integrata, comprese le scuole materne ed elementari. Spiega il presidente nazionale dell’Anp, Antonello Giannelli: «Rientra nella fase di emergenza che stiamo vivendo e potrebbe tornare anche tra i più piccoli, qualora ce ne fosse bisogno: purtroppo sarà il virus a stabilire che cosa accadrà nei prossimi mesi».
Lunedì comunque si apre, per poi richiudere 5 giorni dopo per le elezioni e il referendum in tutta Italia: ieri il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto urgente per la pulizia e la sanificazione delle scuole sedi di seggio elettorale. Intanto continuano i test sierologici sui docenti: quasi il 50% del personale della scuola si è sottoposto all’analisi, pari a circa 500mila tra docenti e non docenti, e quelli risultati positivi corrispondono al 2,6%, circa 13mila persone. Si tratta di lavoratori che, fino all’esito negativo del tampone, non potranno tornare a scuola e quindi vanno sostituiti in corsa. In Campania il test è diventato obbligatorio, al contrario di quanto previsto dal Governo sulla volontarietà del test, e la Regione prevede anche multe fino a 3mila per i docenti che non lo faranno. Va per la sua strada anche la Regione Piemonte dove il presidente Cirio ha previsto la necessità di presentare un’autocertificazione, all’ingresso della scuola, sull’avvenuta misurazione della febbre: senza autocertificazione la temperatura verrà misurata a scuola. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino