Il Premio Gianni Bonadonna 2023 al professore Francesco Cognetti

Il riconoscimento istituito dall'Associazione italiana oncologia medica

Il professore Francesco Cognetti con l'olimpionico Giuseppe Abbagnale, presidente Federcanottaggio
Francesco Cognetti è stato insignito del premio “Gianni Bonadonna” 2023 dall’Associazione italiana di oncologia medica, intitolato al luminare che fu a...

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Francesco Cognetti è stato insignito del premio “Gianni Bonadonna” 2023 dall’Associazione italiana di oncologia medica, intitolato al luminare che fu a capo del dipartimento di medicina oncologica dell'istituto nazionale dei tumori a a Milano, scopritore tra l'altro della cura contro il linfoma di Hodgkin.

Il professore Cognetti, tra i numerosi e prestigiosi incarichi, è stato la guida dell'Associazione dal 2001 al 2003 e ha lavorato per 32 anni come direttore dell’Oncologia medica presso l’Istituto Regina Elena di Roma, dal 2001 al 2006 è stato direttore scientifico e segretario generale di “Alleanza Contro il Cancro”, dal 1991 al 2001 membro dell’“Executive Committee” della Società europea dell'oncologia medica (ESMO) ed è autore di circa 450 lavori scientifici pubblicati sulle più importanti riviste internazionali. Attualmente è presidente della Federazione degli oncologi, cardiologi ed ematologi (Foce) e coordinatore di 75 società scientifiche. È attualmente anche professore di oncologia medica presso l’Unicamillus Internationl Medical University a Roma. 

«Sono onorato di ricevere questo riconoscimento e ringrazio tutti i soci Aiom della fiducia - afferma il professore Cognetti -. Quando ho intrapreso la carriera di medico, questa specializzazione rappresentava una sfida contro una patologia molto difficile, nella quale le possibilità di successo dipendevano esclusivamente dalla nostra capacità di ricerca e innovazione. E’ importante ricordare che i traguardi raggiunti in questi anni sono il frutto di uno sviluppo corretto della comunicazione e dello scambio di informazioni che ha creato un rapporto non solo professionale ma anche personale e sincero nei confronti dei colleghi, dei pazienti e delle loro famiglie. Spero di aver contribuito alla crescita della ricerca clinica dell’Oncologia Medica sia in Italia che a livello Internazionale». 

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Il Mattino