ROMA. Le elezioni locali di oggi sono decisamente local. A parte Genova e Palermo, le grandi città non sono chiamate al voto. E dopo il clamoroso naufragio...
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Lo spettatore più interessato è Matteo Renzi. La speranza del segretario del Pd è una dolorosa battuta d’arresto per il Movimento di Beppe Grillo: fuori da tutti i ballottaggi o quasi (a Trapani e Taranto sono in corsa). Non a caso l’ex premier ha schierato da tempo l’artiglieria contro i Cinquestelle e scommette in un loro «ridimensionamento», convinto che anche in Italia (come nel resto d’Europa,) l’onda populista possa trasformarsi in una risacca. «Ciò che è da capire», spiega Matteo Ricci, responsabile enti locali del Pd, «è chi andrà al ballottaggio. In base ai sondaggi, la sfida sarà tra centrosinistra e centrodestra, con un ritorno allo schema bipolare». E afferma il renzianissimo Dario Parrini: «La cosa sostanziale sarà vedere quanto grande sarà il riflusso dei Cinquestelle, entrati nella loro età dello scontento. La messa in minoranza di Di Maio a opera di Fico nella partita sulla legge elettorale è la facciata nazionale della lotta sorda tra correnti che pregiudicherà i loro destini in molte città. Exploit dell’anno scorso come a Roma e Torino sono da escludere». Parrini si riferisce a Genova, città di Grillo, dove i Cinquestelle vanno al voto divisi per bande e dove difficilmente agguanteranno il ballottaggio.
Molto più interessante, per Forza Italia, valutare l’impatto della ritrovata unità con la Lega e i Fratelli d’Italia. Dopo anni di batoste, il centrodestra può tornare a incassare qualche successo. Soprattutto a Genova. Ed è ciò su cui scommette in Cavaliere in vista delle elezioni nazionali del prossimo anno: «Andiamo uniti praticamente ovunque, con un’intensità di compattezza mai vista prima d’ora», celebra Brunetta. E azzarda: «I cittadini daranno un segnale per il futuro premiando questo atteggiamento responsabile».
La questione-alleanze è osservata ai raggi X anche a sinistra. Chiusa la fase dell’indifferenza, Renzi nelle ultime ore è tornato a corteggiare Giuliano Pisapia con l’idea di mettere in piedi un listone tipo Ulivo. Obiettivo: «Raggiungere il 40%». E incassare così alla Camera il premio di maggioranza previsto dall’Italicum corretto dalla Consulta: la legge elettorale con la quale ormai il segretario del Pd pensa di andare alle urne (al Senato c’è il Consultellum con soglia di sbarramento dell’8%) il prossimo anno. «Siamo molto soddisfatti del lavoro fatto», sostiene Ricci, «dopo il referendum del 4 dicembre e la scissione, era alto il rischio di andare divisi a queste elezioni locali. Invece il centrosinistra sarà unito in tutti i Comuni capoluogo».
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Il Mattino