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Un commento giudicato “di troppo”. E quel confronto in Assemblea capitolina tra l’assessore all’Urbanistica Fabrizio Veloccia e la consigliera del Partito democratico Antonella Melito scatena un vespaio di polemiche nella seduta di ieri. Tutto comincia da qui. E dal capogruppo di Fi-Udc, Marco Di Stefano, che chiede un intervento della presidenza dell’aula mentre stava parlando. «Mi dispiace, presidente, che lei non sia intervenuto per interrompere il lungo dialogo tra l’assessore e l’avvenente consigliera Melito», dice. Ebbene, quell’espressione «avvenente» proprio non è piaciuta alla maggioranza. Il Partito democratico parla di «vergognose dichiarazioni». Per la presidente della commissione capitolina Pari Opportunità, Michela Cicculli (Sinistra civica ecologista), si è trattato di una «mancanza di rispetto per la collega e per ogni donna impegnata in politica che non può in nessun caso essere oggetto di commenti sessisti». Giovanni Quarzo, presidente del gruppo di Fratelli d’Italia, lo difende: «La maggioranza cerca polemiche su fatti irrilevanti».
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LA DIFESA
La parola «avvenente» non è volgare.
Il Mattino