Per il perito nominato dalla procura di Roma, che accusa Alfredo Romeo di corruzione e traffico di influenze, in concorso con Tiziano Renzi e l'imprenditore Carlo Russo, quel...
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Per gli avvocati di Alfredo Romeo quei pizzini, raccattati dai carabinieri del Noe dai secchi della spazzatura a due passi dall'ufficio di via della Pallacorda, erano inutilizzabili come prove, perché acquisiti in violazione del codice di procedura penale. E invece, dopo le precisazioni del Tribunale del Riesame, per il quale i foglietti sono elemento di prova, arriva anche una perizia calligrafica a confermare la tesi della procura che i legali avevano tentato di contrastare: quelli sono gli appunti di Salvatore Romeo. Il procuratore Mario Palazzi, titolare del fascicolo Consip, si è rivolto a un esperto che ha analizzato quei foglietti di carta che l'imprenditore napoletano preferiva usare, dopo avere intuito delle indagini in corso e di possibili intercettazioni nel suo ufficio. Durante le conversazioni scriveva per sottrarsi all'ascolto. Lo studio sui frammenti, assemblati dai militari, conferma: a tracciare quella T (che per i pm di Napoli, titolari di un filone delle indagini) indicherebbe proprio il padre dell'ex premier è stato Romeo. osì come gli altri tratti di penna sul foglio: 5 mila ogni due mesi a CR. e i due incontri segnati: due incontri quadro tenuti da T. con M. e L.
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Il Mattino