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Per settembre l'Italia è quasi pronta a ripartire, letteralmente stavolta, con nuove regole che riguardano i trasporti. Non solo l'obbligo di Green pass per tutti i passeggeri a bordo di mezzi che viaggiano su tratte a lunga percorrenza, ma anche nuove indicazioni sulla capienza e qualche dubbio sulle mascherine da indossare o soprattutto sui controllori.
I piani di azione però sono differenti, e distinguono tra viaggi interregionali e trasporto pubblico locale, ovvero tram, bus cittadini e metro. Andiamo quindi con ordine. Per quanto riguarda il Green pass le novità che entreranno in vigore a partire dal 1 settembre sono quelle contenute all'interno del decreto redatto ad inizio agosto dal governo Draghi. La certificazione è quindi obbligatoria per qualsiasi volo nazionale, treno a lunga o media percorrenza, autobus e navi che effettuano trasporti interregionali (unica eccezione il traghetto che serve lo stretto di Sicilia). A bordo però la capienza sarà ora dell'80 per cento (a meno che i mezzi non siano dotati di filtri Hepa,in quel caso si arriva al 100 per cento) con mascherina obbligatoria sopra i 6 anni.
Più articolato invece il discorso relativo al trasporto pubblico locale. Ieri è arrivato l'ok del Comitato tecnico scientifico alle linee guida redatte dal ministro Giovannini e già presentate giovedì alle regioni.
Una questione evidentemente critica come hanno ampiamente mostrato le numerosissime immagini di autobus e metro di tutta la Penisola, a cui anche il ministero sta provando a porre un freno. Come? Reintroducendo la figura del controllore, e incaricandolo non solo di verificare i titoli di viaggio ma anche che i passeggeri indossino la mascherina e non vi siano assembramenti.
La novità però non è stata particolarmente apprezzata dalle Regioni che lamentano difficoltà logistiche e di ruolo oltre alla mancanza di fondi per l'assunzione di nuovo personale (il Mit ha stanziato 618 milioni per il potenziamento dei mezzi nel secondo semestre e più di 800 milioni per eventuali perdite o costi aggiuntivi). «Abbiamo chiesto chiarimenti sulla questione dei controllori - spiega uno dei tecnici della Stato-Regioni al lavoro sul dossier - Bisognerà specificare quali poteri avranno, di solito verificano i biglietti non sono pubblici ufficiali». «Per fare un controllo efficace occorrerebbero centinaia di controllori per le migliaia di corse al giorno che facciamo - ha spiegato all'Agi Marco Gabusi, assessore ai trasporti del Piemonte - Come possiamo immaginare un controllo sulla metropolitana alle 7 del mattino?»
In pratica sul tema non è ancora detta l'ultima parola e lunedì si terrà un incontro chiarificatore tra Mit e governatori. Ma bisogna fare in fretta perché le linee guida di Giovannini dovranno essere utilizzate dalle Regioni per sviluppare il proprio piano di mobilità da sottoporre entro il 2 settembre proprio al ministero (che poi dovrà validarlo). In altre parole a due settimane dalla ripresa delle scuole, quando bus e metro giocheranno un ruolo cruciale nell'evitare un'impennata dei casi, di definito c'è ben poco.
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