Cop26, no di Cina e Russia: la conferenza sul Clima senza il più grande inquinatore del mondo

Cop26, no di Cina e Russia: la conferenza sul Clima senza il più grande inquinatore del mondo
Una conferenza sul Clima senza il più grande inquinatore del mondo. Certo, le premesse per la Cop26 di Glasgow non sono...

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Una conferenza sul Clima senza il più grande inquinatore del mondo.

Certo, le premesse per la Cop26 di Glasgow non sono esattamente le migliori della storia della diplomazia:
Cina e Russia, infatti, non si presentano nemmeno.

Doppia assenza plateale quella di Xi Jinping e Vladimir Putin, che non si concedono neanche in collegamento da remoto come per il G20 di Roma. Che disertano proprio. Che rischiano, cioè, di gettare quasi un’ombra di ridicolo su questa settimana scozzese.

Che i due non fossero fan di regole, regolette e meccanismi sovranazionali, lo si era vagamente intuìto da un pezzo. Ma il disimpegno sul fronte delle emissioni di gas serra è veramente un ceffone.

Lo sa bene Joe Biden che dal canto suo prova ad agitarsi parlando di «colossale delusione».
Mentre finisce, però, al centro di una bufera mediatica che nel bel mezzo della sessione di apertura lo vuole addirittura addormentato.

La frattura tra Occidente e Oriente è quanto di più visibile ci sia attualmente su uno scacchiere internazionale per molti versi in fiamme.

Con le Nazioni Unite che fissano il traguardo dell’impatto zero al 2050, e con Pechino e con Mosca che se la prendono assai più comoda, almeno fino al 2060. E senza troppo eccitarsi più di tanto, appunto, attorno a certi appuntamenti.

In realtà, non è che la Cina o la Russia vogliano distruggere il pianeta: ma, a detta loro perlomeno, pare intendano riservarsi il diritto di una transizione più lenta. Insomma che non giustizi, sul patibolo green, delle economie già sofferenti, causa pandemia e non solo.

Chi non ci sta affatto, invece, è Greta Thunberg. Che tuttavia, esclusa dai lavori, tuona sempre e puntualmente contro i leader occidentali (scomodi) e viceversa mai proprio contro la Cina, ovvero contro il più grande inquinatore del mondo.

Senza neanche doversi spendere in parole avverse alla giovane attivista svedese, resta lecito chiedersi come mai tanto accanimento nei confronti di un Occidente che dal canto suo ci prova e come mai infine tanto silenzio in direzione di un Oriente che quasi se la ride alla finestra e a scena aperta.

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Il Mattino