Roma, bombe carta e scontri a piazza del Popolo per la protesta dell'estrema destra: la polizia disperde i manifestanti

Roma, bombe carta e scontri a piazza del Popolo: la polizia disperde i manifestanti
In 400 per gettare nel caos il Centro di Roma, nella speranza di emulare quanto avvenuto a Napoli il giorno prima. Si è risolto nel peggiore dei modi il presidio...

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In 400 per gettare nel caos il Centro di Roma, nella speranza di emulare quanto avvenuto a Napoli il giorno prima. Si è risolto nel peggiore dei modi il presidio di piazza del Popolo Roma (non autorizzato) voluto da Forza Nuova contro le restrizioni anti Covid. Il leader Giuliano Castellino, prima dell’avvio della manifestazione, aveva promesso un presidio tranquillo, con una semplice disobbedienza civile: in giro anche dopo mezzanotte. Ma a tre minuti da mezzanotte dai partecipanti sono partiti dei razzi, forse il segnale per lanciare la carica, e poi sono state lanciate bombe carta contro la polizia.

Gli agenti sono subito intervenuti per sgomberare la piazza, con i manifestanti dispersi verso piazzale Flaminio e il lungotevere. Qui è successo l’inferno: cariche, cassonetti bruciati, tafferugli e motorini gettati per aria.

 

 

Fermati

La polizia, che ha fermato otto persone, è riuscita a disperderli ed evitare che raggiungessero il Centro, ma i manifestanti dell’estrema destra hanno creato altri disordini anche nel vicino quartiere Prati. Nel pomeriggio il Prefetto Matteo Piantadosi era stato chiaro sull’atteggiamento da tenere.

 

 

La protesta

Laura e Sara, niente a che fare con Forza Nuova, guai a chiamarle negazioniste. C’erano anche loro al presidio contro il lockdown organizzato dall’estrema destra. I manifestanti di Forza Nuova alla loro destra verso l’obelisco. I poliziotti, verso l’ingresso di via del Corso, alla loro sinistra. E in mezzo a piazza del Popolo loro due hanno steso un tappetino per terra e hanno iniziato a spiegare la loro storia. Ecco Laura: «Ho un ristorante in centro, altre sei attività e 90 dipendenti da pagare. Da lunedì non so dove andare a sbattare». Sara, invece, da un ristorante è «stata licenziata. Devo vivere con mia madre e lo Stato mi ha detto che per me non ci sono aiuti». Ad ascoltarle una trentina di persone, molti giornalisti. «Siamo qui perché non sapevamo dove andare per farci ascoltare».

 

 

 

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Il Mattino