«I dati attuali suggeriscono che il tocilizumab è utile quando vi è una tempesta citochinica, con livelli di IL 6 elevati. Ma questa risposta, in modo...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
La riduzione della mortalità in pazienti gravi per l'infezione da coronavirus «fa sicuramente ben sperare sulla possibilità di utilizzo nei pazienti con polmonite severa da COVID-19 ed elevati livelli di IL-6». Lo studio reso noto ieri dall'Aifa «anche se randomizzato, ossia che presenta un gruppo di controllo con pazienti trattati con terapia standard e senza tocilizumab, è sostanzialmente diverso rispetto al Tocivid 19 sia per tipologia di pazienti trattati sia per obiettivi dello studio». «Il primo valuta la possibilità di efficacia del toci nei pazienti in fase iniziale di polmonite - spiega Ascierto - mentre il secondo valuta l'efficacia nei pazienti con una forma più severa». Nello studio emiliano «è stata valutata l'efficacia del tocilizumab a 2 settimane dalla somministrazione in pazienti affetti da polmonite in fase precoce da Covid-19. Si tratta di uno studio su 126 pazienti di cui la metà trattati con il tocilizumab».
LEGGI ANCHE Ascierto alla Camera: «Risultati positivi con il farmaco anti-artrite»
Due categorie di pazienti diverse, dunque, perché nel caso dello studio reso noto ieri dall'Aifa, sono stati sottoposti al farmaco pazienti che si trovano in una situazione di infezione più 'lievè rispetto ai pazienti che, invece, sono inclusi nello studio del Tocivid-19.
Ascierto ricorda che la «Sanofi/Regeneron riportava la mancata efficacia del sarilumab in una fase precoce del Covid-19, mentre confermava la sua potenziale efficacia nella forma severa». «Dati concordi con quelli del Tocivid-19 - prosegue - arrivano anche da un altro piccolo studio retrospettivo dell'università del Michigan, anche quello effettuato su una coorte di pazienti gravi con Covid-19». «Nello studio emiliano, all'aggravamento, i pazienti che effettuavano solo la terapia standard potevano essere trattati con il tocilizumab - evidenzia - Vale a dire, nei pazienti che non lo avevano fatto nella fase iniziale, in caso di peggioramento potevano farlo successivamente». «Quindi - conclude - il dato sulla mortalità a 30 giorni è alterato, in senso positivo, dalla possibilità per questi pazienti di ricevere il tocilizumab, in gergo tecnico si chiama cross-over». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino