Coronavirus Germania, l'Alta Corte si pronuncia sulle «chiese chiuse», misure troppo rigide da valutare meglio

Germania, l'Alta Corte si pronuncia sulle chiese chiuse, misure tropo rigide da valutare meglio
Mentre in Italia la Cei e il Vaticano hanno capitolato davanti alle misure draconiane disposte dal governo, in Germania la questione "chiese chiuse" per limitare il...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Mentre in Italia la Cei e il Vaticano hanno capitolato davanti alle misure draconiane disposte dal governo, in Germania la questione "chiese chiuse" per limitare il rischio di contagi di coronavirus ha sollevato enormi resistenze, fino a finire in tribunale. Gli oppositori dei divieti governativi introdotti hanno ottenuto una parziale vittoria in tribunale.


Ad intervenire è stata la Corte costituzionale federale che ha stabilito che il divieto delle chiese chiuse pur essendo motivato per proteggere la salute della gente e salvare vite umane, ha finito per essere applicato in modo uniforme senza effettuare verifiche capaci di misurare la proporzionalità dell'intervento.

Lettera choc a monsignor Delpini dalla mamma di un ragazzo abusato da un prete: «Lei ci ha ignorato»

L'alta corte tedesca, in pratica, ha affermato nella sua sentenza che vietare in questo modo le funzioni religiose si configura come «un'ingerenza estremamente grave nella libertà di religione». I tribunali inferiori di Berlino e dello Stato dell'Assia avevano in precedenza sostenuto che il divieto non costituiva una grave violazione della libertà di religione, perché esisteva la possibilità di celebrare le funzioni religiose online e in streaming.

Naturalmente le sentenze di primo grado sono state impugnate da gruppi di cattolici e associazioni che hanno portato il tema davanti alla Corte costituzionale federale per chiedere un'ingiunzione temporanea del tribunale e la revoca del divieto al fine di permettere la celebrazione delle funzioni religiose con 50 partecipanti a una distanza di 1,5 metri l'uno dall'altro.

La Corte ha respinto entrambe le mozioni facendo riferimento agli attuali rischi per la salute, ma ha accettato le argomentazioni fondamentali dei querelanti secondo cui i divieti sono un freno importante per la libertà religiosa. L'agenzia cattolica Kna ha ribadito che la libertà di religione è sancita come un diritto fondamentale irrevocabile nella costituzione tedesca. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino