Il collasso del sistema sanitario e funerario, la povertà, la rabbia. E alla fine il risultato sono i cadaveri lasciati in strada. In Ecuador, il Covid-19 sta mietendo...
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Coronavirus diretta, 160 mila morti nel mondo, un quarto negli Usa, in Brasile ruspe per le sepolture
Il presidente Lenin Moreno ha annunciato l'estensione per altri 30 giorni dello «stato di eccezione» nel Paese, a partire dal 16 maggio prossimo. Lo riferisce proprio il quotidiano El Telegrafo di Quito. Via Twitter il capo dello Stato ha rivelato che la decisione è stata adottata in una riunione del Consiglio di sicurezza nazionale che valuta la situazione della pandemia di coronavirus. In pratica, «questo significa che le forze armate, la polizia nazionale, il Servizio nazionale di gestione dei rischi e delle emergenze e il ministero della Sanità continueranno la loro mobilitazione su tutto il territorio nazionale per eseguire azioni di mitigazione della pandemia». Lo stato di eccezione per calamità pubblica è stato introdotto il 16 marzo scorso con un decreto presidenziale, e resterà in vigore almeno fino al prossimo 15 giugno. Secondo l'ultimo rapporto delle autorità sanitarie ecuadoregne, il numero dei contagiati confermati ha raggiunto quota 31.881, di cui 1.569 morti. In realtà queste sarebbero cifre al ribasso: secondo fonti locali, le vittime sarebbero molte di più.
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I corpi delle persone decedute, abbandonati, per giorni, nelle strade, sulle panchine sotto i portici, vengono avvolti da lenzuoli o da teli di plastica per dare un minimo di dignità. La scelta da parte dei familiari di spostare i propri defunti al di fuori delle proprie abitazioni, non era certamente dovuta ad una totale mancanza di rispetto per i propri congiunti, ma come si può ben comprendere, aspettare per 4-5 giorni con una salma in casa, con una temperatura di circa 30 gradi ed un alto tasso di umidità, diventava un problema di salute pubblica.
Il Mattino