Tre metri di distanza tra un ombrellone e l'altro e poi barriere di plexiglass. Non solo: accessi scaglionati e igienizzazione tecnologica dei locali comuni. Ecco come...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
D'altraparte il sottosegretario al Mibact, Lorenza Bonaccorsi, con delega al turismo, è stata chiara: «Andremo al mare questa estate. Stiamo lavoriamo per far sì che possa essere così. Ci stiamo lavorando - ha spiegato a Rainews - dal punto di vista degli atti amministrativi necessari per gli stabilimenti, immaginando una serie di normative prese con il comitato tecnico scientifico, che contemplano l'ipotesi di un distanziamento».
Bonaccorsi ha quindi spiegato che sono allo studio misure per consentire lo sviluppo di un «turismo di prossimità» che favorisca i borghi rispetto alle aree più affollate.
Naturalmente quelle dei balneari sono soltanto degli studi. A proporre i separè di plexiglass, secondo quanto racconta il sito "Il faro" , è una società del modenese, la “Nuova Neon 2” di Serramazzoni. Specializzata in coperture, stand e serramenti, l’azienda ha iniziato a distribuire tra i concessionari di stabilimenti balneari le soluzioni al problema. Si tratta di box trasparenti realizzati con pareti di plexiglas e profili in alluminio. I box sono quadrati, di 4,5 metri per lato con un “accesso” da un metro e mezzo di ampiezza. Al momento non si conosce il prezzo dell’istallazione ma, soprattutto sulla riviera romagnola, la proposta sembra avere successo.
LEGGI ANCHE --> Coronavirus, Bonaccorsi (Turismo): «Questa estate andremo al mare»
Il gruppo di esperti del Ministero della Salute è già al lavoro sulle linee guida per la ripartenza delle attività turistiche e balneari, ma gli operatori turistici delle spiagge italiane sono ancora in un limbo, senza alcuna indicazione. Mentre le loro associazioni di categoria , prevedendo un calo di fatturati di almeno il 60%, chiedono regole immediate e certezze per programmare l’eventuale stagione estiva all’insegna del contenimento dei danni, più che del virus. In Abruzzo, ad esempio, non si sa ancora se e quando i titolari delle concessioni potranno accedere alle spiagge per preparare l’arenile, rimuovere detriti e sporcizia, disinfettare la sabbia. Il governatore Marsilio ha scritto al Governo, ma nel decreto Cura Italia al momento non ci sono né previsioni né deroghe per gli operatori balneari.
Leggi l'articolo completo su
Il Mattino