Dal coronavirus si può guarire ed è quello che è successo a Gianni. Gianni Argellati, dipendente 50enne di Fincantieri di La Spezia, sposato e...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
LEGGI ANCHE «Per un caso positivo ce ne sono 10 che non vengono censiti»
Al quotidiano La Nazione ha raccontato la sua esperienza. Racconta spiegando che è cominciato tutto lo scorso febbraio quando la sera ha avuto una febbre molto alta e brividi, ma la mattina dopo sembrava essere tutto passato, poi nel pomeriggio era tornata la febbre, con una forte diarrea, ma gli era stato detto che non era un sintomo del coronaviru e di stare tranquillo.
Nei giorni seguenti ha continuato a stare male: la febbre non scendeva, la diarrea non si fermava, stava sempre peggio e aveva difficoltà respiratorie fino a quando il 9 marzo non ha chimato un'ambulanza che lo ha portato in ospedale dove è stato sottoposto al test risultando positivo. «Dopo quattro giorni sono stato trasferito a Medicina d’urgenza», spiega, da quel momento è stato curato con medicinali usati per malaria e Aids, «Poi, la sera di venerdì 20 hanno provato a togliermi l’ossigeno assistito e il giorno dopo lo hanno fatto completamente, osservando che riuscivo a recuperare il respiro. La fase critica era alle spalle».
Gianni ammette di aver pensato ben due volte, nel corso della sua malattia, che fosse arrivata la fine. Oggi però sta meglio, si trova al Falcomatà, dove terminerà il protocollo per il Covid-19. Non ha idea di dove possa aver contratto il virus, certo, spiega nel luogo di lavoro potrebbe essere stato più facile. Poi lancia un appello: «Non fidatevi neanche del migliore amico, potrebbe avere il Coronavirus e non saperlo. Non date niente per scontato, proteggetevi il più possibile». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino