L’emergenza coronavirus continua, anche se negli ultimi 4 giorni i contagi sono diminuiti costantemente: ma le vittime ogni giorno si contano sempre a centinaia, e non si...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
LEGGI ANCHE «Tamponi per tutti e sbloccare forniture di mascherine»
Oggi il Corriere della Sera ha pubblicato la testimonianza di un infermiere, rimasto anonimo, che lavora all’ospedale Sacco di Milano, una struttura di riferimento nazionale per le malattie infettive, e da qualche settimana ospedale Covid. Le parole dell’infermiere fanno venire i brividi: «Qualche settimana fa molti arrivavano con sintomi lievi o medi. Ora sono un po’ meno, l’età media si è abbassata, intorno ai 55-60 anni ma anche ragazzi di 30 anni, e quasi tutti hanno bisogno immediato di ossigeno».
La descrizione è scioccante: «Entrano in pronto soccorso con l’ossigeno nel sangue a 90, basso da far spavento: 40 atti respiratori al minuto, oltre il doppio del normale. Fanno quattro passi e ansimano come se avessero corso: su 20-25 pazienti che entrano in un turno di 7 ore, almeno 3 o 4 hanno bisogno del caso, il massimo livello di ossigeno prima dell’intubazione».
LEGGI ANCHE Bergamo, morti altri tre medici: 36 vittime tra i camici bianchi
Il Sacco è uno degli ospedali più attrezzati per l’emergenza, essendo una struttura preparata contro il bioterrorismo, e con gli infermieri reperibili per la task force Ebola. E l’emergenza Covid-19 ha aumentato le misure di sicurezza, con aree d’emergenza per gestire nell’immediato i pazienti più gravi e aree di isolamento e sanificazione, racconta sempre l’infermiere, che però una speranza ce l’ha: «Ho visto i bambini col coronavirus, lo passano come un raffreddore. Loro saranno risparmiati da questa tragedia». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino