Il Coronavirus è arrivato in Italia e, a fronte dell'aumento esponenziale dei casi di contagio al Nord, le autorità sanitarie non sono ancora riuscite a...
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Il virus potrebbe essere arrivato già alla fine di gennaio e a poco sarebbe servito il blocco dei voli diretti dalla Cina. La diffusione, dunque, avrebbe colpito prima persone con sintomi poco significativi per poi estendersi. I focolai della Lombardia e del Veneto non sarebbero connessi tra loro. Gli esperti sperano di ricostruire la catena del contagio.
Il primo epicentro è quello di Vo' Euganeo, paesino in provincia di Padova, 19 contagiati tra cui Adriano Trevisan, 78 anni, il primo morto per Covid-19 in Italia. Nessuno degli infetti è mai stato in Asia e la comunità dei cinesi è risultata negativa ai test.
I vicini degli otto cinesi del paesino avrebbero raccontato di aver visto una donna fuggire, probabilmente irregolare. Solo sospetti, ma nessuna certezza. È comunque improbabile che sia il paziente zero perché gli altri non sono stati contagiati. Stesso discorso per gli altri focolai a Mira, Dolo e Venezia. A Codogno la situazione è più seria dal momento che sono oltre cento i casi. Il manager tornato dalla Cina non sarebbe stato identificato come il paziente zero. Quello che colpisce è che la sanità ha fatto i tamponi solo dopo che la moglie del 'paziente uno' ha ricordato la cena con il manager. Una disattenzione che ci sarebbe stata anche in altri ospedali. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino