Due cuori di cioccolato, la marcia nuziale, due mani che si stringono. Nozze d'oro al reparto di Terapia intensiva dell'ospedale Murri. Il 4 aprile Sandra e Giancarlo...
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«Ho portato da casa due cuori di cioccolato e il 50 di cera del compleanno di mio marito. Si è aspettata la sera, abbiamo messo la marcia nuziale. Un'emozione unica. Per loro e per noi», racconta Roberta. Affaticati eppure emozionati, i due pazienti si sono stretti forte le mani, tutto intorno lacrime e brividi. «Sono molto innamorati. Lei si è commossa, lui continuava a ripetere che amava la moglie e che avremmo dovuto vederla ballare per quanto è brava. Abbiamo cominciato a piangere anche noi, era inevitabile. Ci si sono appannati gli occhiali, non vedevamo più nulla. Nell'aria si sentiva il profumo dell'amore che ciascuno di noi insegue per tutta la vita», le parole strozzate in gola dell'infermiera. Con un cellulare (rigorosamente incellofanato) sono state scattate le foto poi mandate ai famigliari della coppia.
«Ci hanno fatto un regalo fantastico. Papà e mamma sono nati per stare insieme, una coppia vecchio stile di quelle che non esistono quasi più», dicono i figli Gianluca e Andrea, che ringraziano i sanitari per l'attenzione dedicata ai genitori. In Terapia intensiva era arrivata prima Sandra, poco dopo l'aveva raggiunta il marito. Erano nella stessa stanza senza saperlo. Si cercavano, a pochi letti di distanza uno dall'altro. Lei, preoccupata, sapeva che il marito si trovava in un altro reparto e non smetteva di chiedere come stesse (e dove). Lui anche di più, un pensiero fisso: lei. la sua Sandra. Il merito è delle infermiere: si sono accorte che tra loro la distanza era di pochi letti e hanno deciso di spostarli per farli stare vicini.
Era venerdì santo, la vigilia del loro anniversario. E da due giorni come per miracolo d'amore stanno migliorando, ora dopo ora. Come tanti altri pazienti del Murri. Dove è stato chiuso uno dei quattro settori della Terapia intensiva, perché negli ultimi giorni ci sono state molte dimissioni dal reparto. «Speriamo non ci sia bisogno di riaprirlo conclude Ferretti per questo chiedo alla gente di continuare a restare a casa, soprattutto in questi giorni di festa. E io vorrei presto non dover più andare a lavorare con quella tuta. Basterebbe mezz'ora in reparto per far passare a chiunque la voglia di uscire».
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Il Mattino