Assomiglia sempre di più ad un bollettino di guerra la lista dei medici che, sempre in prima linea nella lotta impari al Covid-19, ogni giorno perdono la vita a causa del...
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Precise le richieste dei medici: sbloccare immediatamente le forniture di dpi ed eseguire test a risposta rapida, seguiti da tamponi, in maniera sistematica a tutti gli operatori sanitari nel pubblico e nel privato che mostrano sintomi di infezione da coronavirus anche lieve e in assenza di febbre o che sono stati in contatto con casi sospetti o confermati.
E proprio la questione dei dpi, dalle mascherine a visiere e guanti, continua a far discutere: nuove scorte sono state annunciate e sono in arrivo, ma intanto i medici sono costretti a fare i conti con una drammatica carenza che li costringe, non si stanca di ripetere Anelli, a «combattere a mani nude contro il virus». Problemi di produzione e approvvigionamento che hanno spinto la Procura di Torino ad aprire un'inchiesta sulla carenza di dpi per medici e infermieri. A sostegno della richiesta di adeguate protezioni è il direttore vicario dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) Raniero Guerra, che ribadisce come gli operatori sanitari ne vadano assolutamente dotati. Quanto ai tamponi, «vanno effettuati su categorie mirate, oltre che, ovviamente - afferma - proprio sugli operatori della sanità».
Misura che verrà attuata dalla Lombardia, dove da lunedì medici e infermieri controlleranno la temperatura e faranno i tamponi se hanno più di 37.5 di febbre. Quanto ad un utilizzo esteso dei tamponi sulla popolazione, ciò è ritenuto «inappropriato» da Guerra. E il ministro della Salute Roberto Speranza ha sottolineato che «sull'utilizzo dei tamponi i protocolli sono indicati dall'Oms, sui tamponi decide la scienza». Per il viceministro Pierpaolo Sileri, invece, «un numero di tamponi più alto è necessario almeno per tutti quelli che hanno sintomi anche lievi e per chi è stato in stretto contatto con soggetti positivi» e sono anche «necessari tamponi-sentinella a soggetti asintomatici che sono nelle zone dei focolai». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino